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Meloni lavora sui ministri, vertice con Berlusconi: “Governo di alto profilo per affrontare emergenze”

La leader di Fratelli d’Italia pensa a figure tecniche per le caselle principali del nuovo esecutivo, Economia, Viminale e Farnesina. Vertice con Silvio Berlusconi: “Italia ha bisogno di un governo di alto profilo, capace di affrontare le gravi emergenze del Paese”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni si prepara a governare il Paese, e pur non avendo ancora formalmente ricevuto l'incarico dal Capo dello Stato Sergio Mattarella parla già da premier. Ieri la sua prima uscita pubblica dopo la schiacciante vittoria alle politiche di una settimana fa: "In questi giorni ho scelto di limitare le uscite pubbliche per dedicarmi anima e corpo ad affrontare i dossier più urgenti. Se noi dovessimo essere chiamati a governare questa nazione vorrei fosse chiaro da subito che abbiamo in mente di dare risposte immediate ed efficaci ai principali problemi della nazione", ha detto intervenendo da Milano, dal villaggio Coldiretti.

Intanto si ragione sulla squadra di governo. La presidente di Fdi, forte del suo 26% ottenuto le urne, vuole dettare agli alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi le regole del gioco. Meloni vorrebbe piazzare nei ministeri più importanti – Economia, Interni ed Esteri – delle figure tecniche, ma il segretario della Lega e il leader di Forza Italia non sarebbero d'accordo. Proprio con il Cavaliere Meloni si è incontrata ieri, per fare il punto sulla composizione dell'esecutivo. Uno dei nodi principali resta proprio la casella del Viminale, che Salvini vorrebbe occupare, ma che Meloni non sarebbe disposta a concedergli, preferendo appunto un profilo più tecnico. Nel corso del vertice tra Meloni e Berlusconi "I due leader si sono confrontati sui prossimi passaggi istituzionali in vista della convocazione del prossimo Parlamento e hanno condiviso la necessità che l'Italia abbia bisogno di un governo di alto profilo, capace di affrontare le gravi emergenze che il Paese si trova di fronte", si legge in una nota congiunta, diffusa dopo il faccia a faccia. Per il numero due degli azzurri comunque non ci sarebbero ostacoli per un eventuale collocamento di Salvini all'Interno: "Salvini al Viminale? Nessun problema".

Matteo Salvini intanto deve fare i conti con i problemi interni, e in particolare con lo strappo di Bossi, che dà vita nella Lega alla prima corrente del partito, il ‘comitato del Nord': il parlamentare, rieletto dopo le correzioni dei conteggi dei voti, rilancia così il progetto autonomista.

Partito Democratico verso il congresso costituente

Il Partito Democratico ha avviato una riflessione, dopo il passo indietro di Enrico Letta, che il giorno dopo la sconfitta alle urne ha annunciato che resterà fino al congresso anticipato, e ha già detto che non si candiderà alla segreteria. Con una lettera agli iscritti e alle iscritte ha provato a tracciare un percorso nuovo, indicando la strada del congresso costituente, che dovrà dare nuova vita al Pd. Roberto Speranza, in un'intervista al Corriere della Sera, apre alla proposta di Letta, e dice che se nel congresso del Pd ci sarà "un percorso costituente serio noi ci saremo, ma il modo peggiore di affrontare una rifondazione è partire dal gioco delle figurine. Chi pensa di affrontare questo passaggio difficile con una semplice conta ai gazebo non ha capito la portata del problema". Con Bersani e altri, spiega, "abbiamo chiesto per primi il coraggio di costruire qualcosa di nuovo, per la difficoltà del centrosinistra di uscire fuori dall'ambito ristretto della rappresentanza sociale di benestanti e bene istruiti". Nella lettera di Letta "ci sono parole che vanno nella direzione giusta. Congresso costituente? Io dico sì, se è un percorso profondo, che rimetta in discussione l'identità, fino al nome e al simbolo".

Rispetto alle alleanze, Speranza vede un percorso in due fasi: "Dobbiamo prima ricostruire il partito perno dell' alternativa, poi ricominciare a discutere con tutti coloro che vogliono impedire alla destra di portarci indietro su lavoro, ambiente e diritti". La prima forza progressista, aggiunge, "siamo noi. Ma è un bene che i 5Stelle abbiano scelto in maniera più compiuta la collocazione dentro questo campo. L'alternativa dobbiamo costruirla anche con loro".

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