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Meloni: “Alla Camera brutta figura della maggioranza, ma non è segnale politico. Rispettiamo gli impegni”

“Obiettivamente questa è una brutta figura per noi, credo che sia stata superficialità. Che non so dire se sia meglio o sia peggio, però sicuramente è qualcosa a cui si rimedia. Ma non è stato un segnale politico. Andremo avanti e manterremo gli impegni presi”: è il commento di Giorgia Meloni su quanto accaduto alla Camera, dove per i troppi assenti tra i banchi della maggioranza non è stato approvato lo scostamento di bilancio collegato al Def.
A cura di Annalisa Girardi
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Non è stato un segnale politico, solo una brutta figura della maggioranza. Che ora va richiamata alla responsabilità. Lo ha detto Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti fuori dal suo albergo a Londra, dove si trova in visita ufficiale, di quanto accaduto alla Camera, dove sono mancati i numeri per approvare lo scostamento di bilancio legato al Def. "Credo che tutti quanti vadano richiamati alla loro responsabilità. Noi affrontiamo una situazione che non è facile, stiamo facendo del nostro meglio, come si vede anche oggi qui: non ci stiamo risparmiando e penso che non si debba risparmiare nessuno", ha detto, in un video poi pubblicato su Twitter.

I deputati di maggioranza assenti erano ben 45 . Tabulati alla mano, 14 di Fratelli d'Italia, altrettanti di Forza Italia, 15 della Lega e 2 di Noi Moderati. Esclusi quelli in missione, quindi giustificati, in molti hanno allungato il ponte tra 25 aprile e 1 maggio. "Non è una fase che si può prendere con leggerezza. Detto questo, mi sento di poter dire che ovviamente il Def verrà approvato dal Parlamento nelle prossime ore, nei prossimi giorni, e che manterremo i nostri impegni. Compreso quello di presentarlo in Europa entro il 30 aprile", ha aggiunto la presidente del Consiglio.

Meloni, ad ogni modo, non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro sui prossimi passaggi. "Confido che non si debbano modificare le iniziative del governo, anche con un calendario abbastanza definito che avevamo su alcuni provvedimenti che dipendono dal Def e che per me sono molto significativi, in particolare in tema di lavoro", ha detto, sottolineando che il Consiglio dei ministri in programma per il 1° maggio sia confermato.

La leader di Fratelli d'Italia non ha nascosto l'amarezza, ma ha affermato che non si tratti di un segnale politico. "Mi dispiace, non posso negare che mi dispiaccia, ma sono tranquilla. Francamente non ritengo che sia un segnale politico. Ho fatto qualche anno di Parlamento, di cose del genere ne ho viste accadere. Non avrebbe senso su una misura così importante. Quando si devono dare segnali politici si danno su cose secondarie, non su queste. Per paradosso credo sia stato un eccesso di sicurezza, nel senso che si è pensato che le cose sarebbero andate bene comunque. Il punto è che ognuno deve capire di avere la propria responsabilità", ha proseguito.

Per poi spiegare che si dovrà ragionare su chi ha un doppio incarico e quindi, per questa ragione, risulta assente dall'Aula: "Credo che si debba fare una valutazione ulteriore sui parlamentari in missione, cioè su chi ha un doppio incarico. Era una cosa che sapevamo ovviamente, quando abbiamo nominato il governo. Su questo ci dovremmo un attimo mettere la testa. Ma quando i numeri servono i numeri ci devono essere, perché altrimenti il lavoro della maggioranza non parte".

Ad ogni modo, ha concluso Meloni, è stato sicuramente uno scivolone: "Obiettivamente questa è una brutta figura per noi, credo che sia stata superficialità. Che non so dire se sia meglio o sia peggio, però sicuramente è qualcosa a cui si rimedia con un po' di confronto tra di noi. Tra l'altro già nei giorni scorsi ragionavo di incontrare periodicamente i capigruppo, per fare un po' il punto della situazione. In questi primi mesi siamo stati in una centrifuga, abbiamo preso il governo in un momento molto particolare con la legge di Bilancio. Abbiamo preso le misure e credo che abbiamo fatto anche un buon lavoro, però ora si tratta anche di organizzare meglio tutta la filiera e anche di parlarci di più tra di noi".

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