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Manovra, 3 miliardi di tagli per i ministeri: meno fondi per volontariato e imprese

La nuova bozza del decreto fiscale fissa in circa 3 miliardi i tagli di spesa dei ministeri, dei quali ben 2,9 a carico del ministero dell’Economia e delle Finanze. Tra le voci di spesa che subiranno riduzioni, però, vi sono anche quelle destinate a volontariato e associazioni, quelle per gli incentivi alle imprese e la tutela della salute.
A cura di Redazione
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Poco più di tre miliardi di euro di tagli di spesa ai ministeri per finanziare altre misure (come lo spostamento degli acconti fiscali al prossimo anno): è questo il contenuto della nuova bozza del decreto fiscale. Le nuove rimodulazioni di spesa, che potrebbero ancora variare purché i saldi restino gli stessi, investono soprattutto il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che coprirà quasi interamente i 3 miliardi di euro di tagli. Nel dettaglio, come si legge dalla bozza che Fanpage.it ha potuto visionare, il taglio più consistente sarà alle “Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica”, una voce che racchiude la gestione della tesoreria e i rimborsi delle tasse; cala di oltre 500 milioni il fondo per gli incentivi alle imprese (colpite da un taglio di altri 21 milioni al settore “competitività e sviluppo” del MISE); mentre si risparmieranno 355 milioni dai minori oneri per il debito dello Stato.

Spulciando tra le altre voci tagliate, va segnalato anche il taglio di 15 milioni di euro al comparto Diritti sociali, politiche sociali e famiglia del ministero del Lavoro, che impatterà sulla dotazione per “Terzo settore (associazionismo, volontariato, Onlus e formazioni sociali) e responsabilità sociale delle imprese e delle organizzazioni”. Tagli per 36 milioni di euro interesseranno il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, mentre all’Interno toccherà una riduzione di 33 milioni di euro. La sforbiciata al ministero della Salute è quantificata in 12 milioni di euro, quasi tutti tolti al comparto “Vigilanza sugli enti e sicurezza delle cure”.

Soltanto sfiorato dai tagli il dicastero della Difesa, con 12 milioni in meno, frutto di una spending review minima, che lascia sul terreno tutti i nodi irrisolti di una riorganizzazione necessaria ma che stenta a prendere piede.

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