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L’Italia deve ripristinare le scorte di armi per la difesa nazionale dopo gli aiuti all’Ucraina

Il ministro Crosetto, parlando in audizione davanti alle Commissioni di Camera e Senato, ha detto che “l’aiuto che abbiamo dato in questi mesi all’Ucraina ci impone di ripristinare le scorte che servono per la Difesa nazionale”. Perciò il governo italiano chiederà di escludere le spese militari dal patto di stabilità.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'Italia ha bisogno di spendere per le armi. Il motivo è l'aver inviato per mesi – a breve arriva anche il sesto pacchetto – aiuti militari all'Ucraina dopo l'invasione da parte della Russia. Ne ha parlato questa mattina, davanti alle Commissioni riunite Difesa e Affari Esteri di Camera e Senato, Guido Crosetto. Il ministro della Difesa ha illustrato in audizione le linee programmatiche del suo dicastero, poi ha risposto agli interventi dei parlamentari, spiegando anche l'intenzione di chiedere con forza all'Unione europea di escludere le spese militari dal conteggio del patto di stabilità: "Escludere gli investimenti sulla difesa sarebbe una decisione meramente tecnica e se fosse autorizzata dall'Europa toglierebbe la concorrenza tra tipi di spese".

Il ministro del governo Meloni ha sottolineato che la sua visione sul tema è condivisa anche dal collega del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, e che è stata già portata sul tavolo dell'Ue insieme ad altri Stati comunitari: "In un momento come questo tipo nessun Paese è in grado di tagliare gli investimenti sulla difesa – ha spiegato Crosetto – Anche perché l'aiuto che abbiamo dato in questi mesi all'Ucraina è un aiuto che ci impone di ripristinare le scorte che servono per la difesa nazionale, per cui le due cose sono collegate".

Crosetto ha anche sottolineato che bisogna definire "un nuovo modello di finanziamento nel settore di investimento della difesa, basato su una legge triennale sull'investimento, che accorpi in un'unica manovra i volumi finanziari relativi a tre provvedimenti successivi con una profondità di 17 anni". In questo modo sarebbe supportata "la posizione nazionale sui tavoli internazionali dei vari programmi cooperativi con possibili ricadute sulle scelte di investimento e occupazionali dell'industria". Insomma, l'Italia continuerà ad investire nell'apparato militare, in linea con gli impegni presi. Si attendono novità, nel frattempo, sul sesto pacchetto di armi che l'Italia invierà all'Ucraina. Intanto dal Parlamento è arrivato il via libera al decreto legge che permette al governo Meloni di continuare con gli aiuti militari a Kiev per tutto il 2023.

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