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Libia, Di Maio: “Attacchi gratuiti a Conte. Stati Ue siano equilibrati: dobbiamo parlare con tutti”

“Gli attacchi rivolti a Conte sono gratuiti e ingiustificati, il presidente sta dando il massimo”: così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio dopo il pasticcio dell’incontro fallito con Fayez Al-Sarraj a Roma, disertato a causa delle presenza nella capitale del generale Khalifa Haftar. “Quella in corso è una guerra per procura e se non coinvolgiamo tutti non riusciamo a fermare le interferenze esterne. Invito tutti all’equilibrio, soprattutto i partner Ue”, ha poi aggiunto.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono giorni pieni per i ministri degli Esteri europei, che si trovano a dover far fronte alla crisi tra Teheran e Washington da un lato, mentre dall'altro si complica sempre più il conflitto in Libia. Luigi Di Maio, dopo una tappa in Turchia per incontrare il suo omologo, è volato in a Il Cairo, per un confronto con i ministri degli Esteri di Egitto, Cipro, Francia e Grecia volto a fare il punto della situazione sulla guerra civile libica, e poi si è subito recato in visita ad Algeri, dove si è da poco insediato un nuovo governo. Nel frattempo, però, non sono mancate le polemiche sulla strategia italiana, in particolare dopo il pasticcio dell'incontro fallito con Fayez Al-Sarraj a Roma, disertato a causa delle presenza nella capitale del generale Khalifa Haftar.

"L’impegno dell’Italia è massimo, in questi giorni sono stato a Bruxelles, Istanbul, Il Cairo e sono appena rientrato da Algeri. Dall’Iran alla Libia ci troviamo di fronte a cornici complesse, serve prudenza, bisogna agire con responsabilità. Gli attacchi rivolti a Conte sono gratuiti e ingiustificati, il presidente sta dando il massimo. Ricordo a tutti che è lui l’autore della Conferenza di Palermo", ha affermato Di Maio in un'intervista con il Corriere della Sera, prendendo le difese del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il leader del Movimento Cinque Stelle non ha voluto però rivelare chi ha preso la decisione, se la Presidenza o la Farnesina, di incontrare i due nello stesso giorno mettendo prima in agenda il colloquio con Haftar: "Non provate a metterci l’uno contro l’altro, perché non è così. Con Conte ci coordiniamo costantemente. Così come ho sentito ripetutamente il ministro Guerini. Oggi ho visto Conte e abbiamo fatto il punto sui dossier".

Di Maio e la diplomazia internazionale

Una perdita di credibilità? Di Maio smentisce, sottolineando la correttezza del corpo diplomatico italiano e allo stesso tempo avvertendo contro le ricostruzioni mediatiche. Il ministro degli Esteri si rifiuta dunque di commentare le indiscrezioni di stampa secondo cui sarebbe stato il presidente francese, Emmanuel Macron, a bloccare Al-Sarraj, boicottando l'incontro con Conte a Roma: "Non rispondo alle speculazioni giornalistiche, credo che l’Ue debba parlare con una sola voce. A tutti i partner ho chiesto responsabilità. Le fughe in avanti peggiorano solo la situazione".

Di Maio sottolinea quindi la compattezza della strategia europea, spiegando di essere in queste ore in contatto con il suo omologo tedesco, il ministro Heiko Maas, per preparare la conferenza di Berlino. Dove verranno coinvolti tutti gli interlocutori, rimarca il capo della Farnesina: "Quella in corso è una guerra per procura e se non coinvolgiamo tutti non riusciamo a fermare le interferenze esterne". Tuttavia, Di Maio è stato l'unico a non firmare la dichiarazione del vertice convocato a Il Cairo: il ministro ha spiegato questa decisione puntando il dito contro uno sbilanciamento del documento contro Al-Serraj e la Turchia, che invece rimane un alleato chiave per l'Italia, come dimostra anche la sua recente visita ad Ankara. "Invito tutti all'equilibrio, soprattutto i partner Ue. L’Italia è forte ed ascoltata. Ma immaginerà quanto abbiamo dovuto lavorare per recuperare il terreno perso, visto che solo qualche governo fa l’Italia ha contribuito a bombardare la Libia. Ma tanto so che daranno la responsabilità a noi anche di questo".

Non solo Libia: le difficoltà sul fronte interno

Ma in questi giorni Di Maio non si trova solamente ad affrontare una gravissima crisi nel Mediterraneo: le difficoltà, infatti, si fanno sentire anche sul fronte interno, dove il M5S deve far fronte a continue spaccature e divisioni. C'è chi accusa Di Maio di non avere il tempo necessario per ricoprire adeguatamente la carica di capo politico del Movimento, visti i numerosi impegni al ministero, e chiede appunto la fine dei doppi incarichi. Ma il leader pentastellato rassicura: "Stasera (ieri, ndr) sarò in assemblea congiunta, proprio come capo politico. La situazione internazionale è complicata, ma lavoriamo su ogni fronte. Il Movimento si appresta a concludere un percorso di riorganizzazione durato un anno e il 20 gennaio voteremo per i facilitatori regionali".

Ma una crisi interna del Movimento è innegabile, con sempre più deputati e senatori che decidono di lasciare i banchi pentastellati. L'ultimo caso è quello di Massimiliano De Toma e Rachele Silvestri, che hanno comunicato al presidente della Camera, Roberto Fico, la loro volontà di lasciare il gruppo M5S per passare a quello Misto. "Se sono stati commessi errori è umano, ma perché chi lascia non si dimette da parlamentare invece di passare al misto? E andiamo".

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