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L’ex generale Pappalardo rinviato a giudizio per vilipendio: definì Mattarella “usurpatore”

L’ex generale dell’Arma dei carabinieri, Antonio Pappalardo, è stato rinviato a giudizio per vilipendio nei confronti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il presidente del movimento ‘Liberazione Italia’ è accusato di aver dato dell’usurpatore al capo dello Stato: i fatti risalgono al dicembre del 2017.
A cura di Stefano Rizzuti
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Rinvio a giudizio per Antonio Pappalardo, generale in congedo dell’Arma dei carabinieri. L’accusa rivolta a Pappalardo è di vilipendio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal gup del tribunale di Roma, su richiesta del pm Sergio Colaiocco. Secondo gli inquirenti, l’ex alto ufficiale avrebbe offeso l’onore e il prestigio del presidente della Repubblica in quanto portavoce del movimento ‘9 dicembre – forconi’, oltre che come presidente del movimento ‘Liberazione Italia’. I fatti per cui Pappalardo viene rinviato a giudizio risalgono al 21 dicembre 2017, quando l’ex generale si presentò al Quirinale con l’obiettivo di notificare “un verbale d’arresto a carico di Mattarella per il delitto di usurpazione di potere politico, definendolo, in presenza di più persone, un usurpatore”.

L’ex generale Pappalardo è indagato anche per aver istigato, “mediante la diffusione di video sui social network” e attraverso “un'intervista rilasciata a un quotidiano il 22 ottobre 2017”, gli appartenenti alle forze dell’ordine ad arrestare sia i membri del governo che quelli del Parlamento. Un ‘invito’ rivolto agli agenti di polizia perché esponenti del governo e parlamentari venivano ritenuti da Pappalardo “privi di legittimazione” sulla base di una sentenza emessa dalla Corte costituzionale nel 2014.

Le accuse nei confronti di Pappalardo non finiscono qui, però: è infatti accusato anche di aver consegnato l’ordine di cattura popolare, di averlo presentato al comandante della stazione dei carabinieri di Abano Terme e di averlo inviato ai comandi dell’arma attraverso posta elettronica. Il pubblico ministero ritiene che l’ex generale avrebbe imposto ai comandanti di eseguire quell’ordine “istigandoli a commettere un arresto illegale perché compiuto abusando dei poteri inerenti le loro funzioni”.

Lo stesso ex generale ha spiegato fuori dall’aula: “Ho chiesto io stesso al giudice di andare a processo. Voglio capire se ci sarà un giudice che mi spiegherà se quello che ho fatto è un qualcosa di illegale o meno. Oppure è lo stesso Mattarella ad essere stato votato da un Parlamento illegittimo? Questa domanda merita o meno risposta? Sono tutti incompetenti?”, sono le domande che si pone Pappalardo. Il processo avrà inizio il 10 marzo.

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