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Cop 27, il vertice sul clima in Egitto

L’Egitto, i grandi assenti (dalla Cina a Greta Thunberg) e crisi energia: cosa aspettarsi dalla Cop27

L’organizzazione in Egitto, un Paese dove il rispetto dei diritti umani non è assicurato, i grandi assenti dalla Cina (uno dei Paesi più inquinanti) a Greta Thunberg, e il focus sulla crisi energetica: cosa aspettarsi dalla Cop27, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, a Sharm el Sheik.
A cura di Annalisa Girardi
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Si apre oggi a Sharm el Sheik, in Egitto, la ventisettesima tappa della conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Alle scorse edizioni, da Glasgow a Parigi, non sono mancate le proteste degli attivisti per l'ambiente, che accusavano i leader mondiali di non fare abbastanza per contrastare il cambiamento climatico, quest'anno si aggiunge un altro tema. La Cop27 si tiene infatti in un Paese, l'Egitto, dove il rispetto dei diritti umani è seriamente compromesso. Cosa aspettarsi quindi dal vertice?

Vi parteciperanno oltre un centinaio di capi di Stato e di governo, che si riuniranno tra il 7 e l'8 novembre, e diplomatici, nonché scienziati, esponenti della società civile e studiosi. Presente anche Giorgia Meloni. Grande attenzione, però, anche sugli assenti: non saranno a Sharm el Sheik né il presidente cinese Xi Jinping, che rappresenta uno dei Paesi più inquinanti al mondo, né quello russo Vladimir Putin.

Non ci sarà nemmeno l'attivista Greta Thunberg, che afferma: "Non ci andrò per molte ragioni, ma lo spazio per la società civile quest’anno è molto limitato. Le conferenze internazionali sul clima sono usate dalle persone al potere come opportunità per ottenere attenzione con tanti diversi tipi di greenwashing".

L'evento proseguirà fino al 18 novembre. Si tratta dell'appuntamento annuale della conferenza sul clima dell'Onu, dove si farà il punto sulle politiche per  il contrasto al cambiamento climatico: in particolare si farà il bilancio sugli impegni presi l'anno precedente, quindi in primis il mantenimento del riscaldamento globale entro 1,5°.

L'Egitto ha descritto questa sessione come "la Cop africana" e un'occasione per parlare di "giustizia climatica" e di come il cambiamento climatico sta avendo effetti devastanti sul continente africano, producendo milioni di sfollati. Alla Cop26 di Glasgow si era parlato anche degli aiuti economici da parte dei Paesi più ricchi (cioè anche quelli più responsabili del cambiamento climatico) a quelli più poveri. Un impegno che per ora non sarebbe stato mantenuto.

La Cop27, quest'anno, terrà chiaramente conto anche della crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina e della crisi alimentare che pure è comportata dal conflitto.

Il grande tema di questa sessione, poi, è la sede del vertice. Alcuni attivisti per i diritti umani stanno cercando di utilizzare l'evento per mettere sotto i riflettori la questione dei prigionieri politici e chiederne la scarcerazione. Molti altri, però, sono preoccupati del fatto che l'Egitto, un Paese che negli anni ha visto deteriorarsi il rispetto dei diritti umani e aumentare la repressione della dissidenza, utilizzi il vertice per legittimasti  all'interno della comunità internazionale.

Il governo di Abdel Fattah al-Sisi è un regime illiberale e repressivo, responsabile della detenzione arbitraria di moltissimi dissidenti. Secondo Amnesty International "le libertà di espressione e associazione sono severamente represse" nel Paese, dove "le autorità prendono di mira i difensori di diritti umani, l'opposizione politica e altri attivisti attraverso processi illegittimi, interrogatori coercitivi, misure extragiudiziali e ingiusti processi". Sono migliaia le persone, tra giornalisti, studenti, attivisti e manifestanti che rimangono detenuti nelle carceri egiziane, dove sono sottoposti a trattamenti disumani. Molti sono vittima di tortura.

Ora, in un Paese dove la libertà di espressione è seriamente compromessa e dove molti giornalisti sono stati arrestati e attivisti incarcerati con l'accusa di "diffondere notizie false", non è chiaro il ruolo che potrà avere la società civile alla Cop27. Che tipo di manifestazione del dissenso potrà essere organizzata, mentre i leader mondiali si riuniranno e probabilmente si limiteranno ad ambire al rispetto degli impegni presi. Mentre il cambiamento climatico continua a devastare il mondo in cui viviamo e, particolarmente, il continente africano.

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