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Le scuse a metà di Claudio Anastasio, manager che ha citato Mussolini via mail: “Una provocazione”

Claudio Anastasio, ex presidente della società pubblica 3-I, ha dato le dimissioni dopo aver citato un lungo discorso di Mussolini in una mail ai dipendenti. In un’intervista a Repubblica si è scusato, ma ha rivendicato: “Potevo dire di essere stato hackerato, ma non è vero: proteggo bene i miei account”
A cura di Luca Pons
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Fonte: Facebook/claudio.anastasio
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"Era una provocazione per stimolare l'attenzione del Cda di fronte a una gara da un miliardo di euro". Si è spiegato così Claudio Anastasio, l'ex presidente della società pubblica 3-I che ha dato le dimissioni dopo che è emersa una mail rivolta ai componenti del CdA in cui citava quasi integralmente un discorso di Benito Mussolini. Intervistato da Repubblica, Anastasio ha riconosciuto che il suo "errore pubblico in email privata è gravissimo e non giustificabile", e ha detto che sono state "giuste e doverose le mie immediate e irrevocabili dimissioni nel solo interesse di gestione della cosa pubblica e del governo pro-tempore".

Nella mail incriminata, Anastasio aveva riportato lunghi passaggi del discorso tenuto da Mussolini per rivendicare la responsabilità dell'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, il 3 gennaio 1925. Un discorso considerato da diversi storici come l'inizio simbolico della dittatura fascista in Italia. Tra i passaggi, quello in cui Anastasio aveva scritto: "Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo".

Le scuse, poi la rivendicazione: "Avrei potuto dire che ero stato hackerato, invece mi sono dimesso"

Il manager, nominato a gennaio dal governo e voluto in particolare dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha detto: "Riconosco grave la mia unica scivolata di contesto: storico e politico". Anastasio ha anche rivendicato il merito di essersi dimesso: "Mi sono assunto le mie uniche responsabilità in merito e mi sono dimesso all'istante", ha detto. Al contrario, ha detto che avrebbe potuto "giustificare di essere stato hackerato come hanno fatto altri esponenti politici prima di me".

Tuttavia questo "non è vero", ha detto, sottolineando: "Proteggo i miei account di posta elettronica a massimo fattore come volevo così proteggere le connessioni di tutti i cittadini". La società 3-I, di cui Anastasio era presidente, si occupa di gestire i software di Inail, Inps e Istat. L'ex manager ha aggiunto: "Potevo supportare giustificazione che il testo è stato scritto da un'intelligenza artificiale: anche questo non vero, ma verosimile, e si apre un tema etico sulle evoluzioni dell'intelligenza artificiale".

L'attacco a chi ha diffuso la sua mail: "Niente senso istituzionale"

Anastasio ha chiesto di pubblicare anche le altre mail sulla gara pubblica di Inps da un miliardo di euro. "Io non le fornisco poiché ho il senso istituzionale di riservatezza ai sensi della nostra Carta costituzionale", ha detto. Un senso istituzionale che invece è sfuggito, per il "dileggio" nei confronti di Anastasio, a "taluni in seno ai componenti del CdA della 3-I Spa", cioè evidentemente dalle persone che hanno mostrato ai giornali la sua mail. Il manager è quindi scusato ancora con "gli italiani e il governo", per essere stato "artefice di una comunicazione così riservata, se pur in senso provocatorio, per stimolare migliore riflessione su una gara pubblica".

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