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Le lauree diventano abilitanti, addio esame di Stato: “Giovani iniziano a lavorare un anno prima”

La proposta di legge sulle lauree abilitanti, una delle primissime riforme del Pnrr, è stata approvata in commissione e inizierà presto il suo iter in Aula alla Camera. Manuel Tuzi, deputato del Movimento 5 Stelle e relatore del provvedimento, spiega a Fanpage.it in che modo verrà superato l’esame di Stato per l’abilitazione per i corsi di laurea in odontoiatria, farmacia, veterinaria e psicologia. A queste lauree abilitanti presto si aggiungeranno anche quelle di biologia, chimica e fisica e si apre a un percorso simile anche per altri ordini professionali, come quelli di architetti e ingegneri.
A cura di Stefano Rizzuti
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Valorizzare la parte pratica degli studi, indirizzata verso il mondo del lavoro, e velocizzare l’accesso alle professioni da parte di tanti studenti. Sono questi i due obiettivi della proposta di legge sulle lauree abilitanti, una delle prime riforme previste dal Pnrr, approvata ieri in commissione e presto all’esame dell’Aula della Camera. A spiegare a Fanpage.it la proposta di legge è il suo relatore, il deputato del Movimento 5 Stelle Manuel Tuzi. La novità principale riguarda sin da subito i corsi di laurea in odontoiatria, farmacia, veterinaria e psicologia: i laureati potranno essere direttamente abilitati all'esercizio della professione, sostenendo oltre alla prova di laurea anche quella per la valutazione della parte pratica. Ma le novità riguardano anche altri corsi di laurea, come quelli in biologia, chimica e fisica per cui non si introduce un automatismo come per le professioni già citate, ma avranno una sorta di corsia preferenziale che renderà più veloce il passaggio a un percorso abilitante.

Tuzi (M5s): inserimento nel mondo del lavoro più veloce

Nel concreto l’arrivo delle lauree abilitantivuol dire – spiega Tuzi – che gli studenti non sono più costretti a fare l’esame di Stato fuori dal percorso di studi in seguito al tirocinio, ma la procedura diventa più snella e veloce: i ragazzi, il giorno stesso della discussione, saranno anche abilitati”. Da una parte si vuole prestare “maggiore attenzione alla parte pratica, non puntando solo sulla teoria, ma procedendo a un cambio di passo verso la professionalizzazione”. Dall'altra c’è un elemento riguardante la velocità di “inserimento nel mondo lavorativo, cerchiamo di renderlo al passo con gli altri Paesi europei”. Le stime finora fatte ci possono dire “qual è il tempo effettivamente guadagnato per velocizzare l’accesso al mondo del lavoro: c’è un guadagno dai 3 mesi all’anno e mezzo per tutte le professioni coinvolte, un guadano importante per un giovane” e, nello specifico, per centinaia di migliaia di studenti ogni anno.

Come cambia l’esame di laurea per i corsi abilitanti

Altra novità della legge è quella della “parte professionalizzante relativa ai ragazzi diplomati che fanno il tirocinio per un percorso professionalizzante, come nel caso di un agrotecnico laureato, di un perito agrario, di un geometra o di un perito industriale”. Ma la modifica più importante rispetto al testo iniziale è quella relativa alla nuova modalità dell’esame di laurea per chi si abilita a tutte queste professioni. Come sottolinea Tuzi “l’esame sarà costituito di due parti: una è la valutazione del tirocinio, con criteri standard, ben definiti, per ogni corso e ogni professione, con degli indicatori di valutazione oggettivi. Parallelamente ci sarà il giorno della discussione della tesi una commissione paritetica, composta da professionisti e dal mondo universitario, per la valutazione della prova pratico-valutativa che i ragazzi dovranno superare”.

Gli altri corsi di laurea che potrebbero diventare abilitanti

La proposta di legge introduce anche la possibilità, per altri ordini professionali come quelli di architetti e ingegneri, di rendere i corsi di laurea abilitanti in un secondo momento, su propria decisione. Il relatore della proposta di legge precisa che questa possibilità varrà per tutti i corsi “che non hanno un tirocinio post-laurea”, mentre in parallelo prosegue la riforma dell’esame per altri ordini, come sta avvenendo per l'esame da avvocato. A richiedere la trasformazione in corsi di laurea abilitanti potranno essere non solo gli ordini stessi, ma anche “i ministeri competenti”. Al momento c’è già l’interesse di alcuni ordini professionali, mostrato per esempio da “ingegneri, periti, architetti”: la decisione è stata quella di prevedere una norma aperta, “creata per evitare l’elenco, rimandando a un decreto rettorale o alla richiesta di rendere abilitante il percorso senza necessità di un'ulteriore norma da emanare in futuro”.

Quando partiranno i percorsi di laurea abilitanti

La legge sulle lauree abilitanti sarà una delle prime riforme del Pnrrr ad andare in Aula, con la concreta possibilità di approvare il provvedimento “entro l’anno” sia alla Camera che al Senato, come auspicato anche dalla ministra dell’Università, Maria Cristina Messa. La legge entrerà poi in vigore a partire “dall’anno accademico successivo a quello dell’approvazione dei decreti rettorali”, precisa ancora il suo relatore. Quindi, se la proposta sarà legge a inizio 2022, la sua applicazione inizierà a ottobre 2022 per gli studenti non solo del primo, ma anche dei successivi anni. Probabilmente verranno esclusi solamente gli studenti dell’ultimo o degli ultimi due anni del percorso. Per Tuzi l’approvazione di questa riforma rappresenta “un passo avanti importante”, anche grazie al fatto che viene “inserito un meccanismo premiale e di fatto si obbliga tutti gli atenei a rispettare la normativa”, evitando che si ripeta quanto successo con l’abilitazione diretta in medicina (introdotta da oltre un anno), con alcune università che non hanno recepito del tutto o subito le nuove regole. Stavolta, invece, gli atenei saranno “obbligati a velocizzare il percorso di revisione perché se non si adeguano vengono sospesi” i fondi derivanti dagli accordi di programma europei.

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