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L’anno scorso 85 persone sono morte suicide in carcere: il drammatico bilancio del rapporto Antigone

Il 2022 è stato l’anno con più suicidi in carcere di sempre, 85 persone. Una ogni quattro giorni. A fare un bilancio della drammatica situazione è l’associazione Antigone nel suo report annuale.
A cura di Annalisa Girardi
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L'articolo 27 della Costituzione dice che il senso di una pena deve essere la rieducazione del condannato. E che comunque questa non possa consistere in "trattamenti contrari al senso di umanità". Viene da chiedersi allora, guardando a quante persone si tolgono la vita in carcere, se lo Stato non abbia fallito in questo intento. Il 2022 è stato l'anno con più suicidi in carcere di sempre, 85 persone. Una ogni quattro giorni. Nei primi mesi del 2023 già 23 persone private della libertà si sono tolte la vita. A fare un bilancio della drammatica situazione è l'associazione Antigone, nel suo ultimo rapporto sulle condizioni di detenzione, sottolineando che negli istituti penitenziari i suicidi sono di 23 volte superiori rispetto a quanto avviene al di fuori.

L'associazione rimarca anche che mentre sul caso di Alfredo Cospito ci sia stata molta attenzione, questa primavera due persone sono morte in carcere dopo diverse settimane di sciopero della fame, nel silenzio generale. "Nel totale silenzio dei media, il 25 aprile e il 9 maggio 2023 due detenuti sono morti per sciopero della fame nel carcere di Augusta dopo 41 e 60 giorni di digiuno. Ogni giorno sono circa 30 i detenuti in sciopero della fame, in assoluto la più utilizzata delle forme di protesta in carcere, cui talvolta si aggiunge anche lo sciopero della terapia", si legge.

Fa riflettere anche il numero delle condanne che ci sono state per condizioni di detenzione inumane e degradanti: solo l'anno scorso ben 4.514, per risarcimenti di un totale di 27 milioni di euro. "L'Italia viene insomma sistematicamente condannata dai suoi stessi tribunali a causa delle proprie condizioni di detenzione", scrive Antigone. La maggior parte di queste sentenze è stata per assenza di spazio vitale.

Le carceri sono sovraffollate

In totale, allo scorso 30 aprile, nelle carceri italiane si contavano 56.674 persone detenute, 5.425 in più della capienza regolamentare. In realtà, spiega Antigone, la situazione sarebbe molto più seria: "Ci sono oltre 9mila persone in più rispetto alla capienza effettiva. Ai posti regolamentari infatti vanno sottratti quelli non disponibili, che a maggio 2023 erano 3.646. Quindi l'affollamento reale è al 119%". L'Italia è tra i Paesi europei con le carceri più sovraffollate, fanno peggio di noi solo Cipro e la Romania. E i livelli sono in crescita: su questi pesa sia la custodia cautelare (pari al 26,6% del totale), ma anche le tante persone che finiscono in carcere per pene brevi, che non si traducono in pene alternative.

Basti pensare che ci sono 20.753 persone private della libertà che devono scontare meno di tre anni, ma per loro non sono state attivate misure alternative alla detenzione. Antigone ribadisce come circa 20 mila persone si trovano poi in carcere per reati legati alla legge sulle droghe: "Un’altra politica sulle droghe impatterebbe sul sovraffollamento", si legge nel report.

L'isolamento disciplinare

Un altro fenomeno preoccupante che riguarda la vita carceraria e che l'associazione rimarca nel report è quello dell'isolamento disciplinare. "L'isolamento disciplinare – si legge – pericoloso per la salute delle persone, è usato moltissimo" in alcune carceri italiane. Antigone individua ben 102 sezioni per l'isolamento disciplinare in tutto il Paese e sottolinea: "Secondo i dati da noi raccolti durante le visite effettuate nel 2022, e relativi all'anno precedente, il numero degli isolamenti disciplinari eseguiti nel corso dell'anno è stato in media di 15 ogni 100 persone detenute".

Invece, per quanto riguarda il 41bis, i detenuti sottoposti al regime di carcere duro sono 740. Antigone osserva che alla fine del 1993, l'anno dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio, erano molti meno: 473. Negli ultimi anni il numero è rimasto stabile: sono in totale 12 in tutta Italia gli istituti penitenziari che ospitano detenuti al 41bis.

Antigone: "Non si facciano passi indietro sul reato di tortura"

Il rapporto di Antigone quest'anno si intitola: "È vietata la tortura". L'associazione scrive: "La violenza esiste ancora. Sulla tortura si è riaperto un dibattito a soli sei anni dall'introduzione del reato. Ci batteremo perché questa legge non venga toccata, perché questo significa mandare a monte i processi e far arrivare un messaggio culturale devastante". Il riferimento è alla proposta di Fratelli d'Italia, che propone di abrogare questa fattispecie di reato. Al momento ci sono in corso 12 procedimenti per presunte violenze sui detenuti da parte della polizia penitenziaria.

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