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La maggioranza si spacca sulle armi all’Ucraina, la Lega all’attacco: “La gente è stanca”

Le differenze interne alla maggioranza sulla guerra in Ucraina sono note. Da un lato la linea filoatlantista di Meloni, dall’altra quella molto più morbida verso Putin di Salvini e Berlusconi. Le divisioni ora sono in procinto di riesplodere, in vista dell’invio del sesto pacchetto di armi italiane a Kiev.
A cura di Marco Billeci
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Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato al Copasir l'invio del sesto pacchetto di armi all'Ucraina, che dovrebbe comprendere anche il sistema antimissile Samp-T. Stando a retroscena di stampa, la decisione del governo Meloni avrebbe creato più di un malumore tra gli alleati di Lega e Forza Italia. D'altra parte, fin dall'inizio del conflitto, sia Matteo Salvini che Silvio Berlusconi hanno espresso posizioni molto più "morbide" verso l'aggressione russa, rispetto alla linea ufficiale presa dall'Occidente.

I distinguo nella maggioranza sul tema sono rimasti sopiti durante la votazione del decreto che ha prorogato per tutto il 2023 l'autorizzazione a spedire sistemi di armamento in Ucraina. Il testo infatti è stato approvato in Parlamento, senza fratture interne alla coalizione di governo. Le differenze di posizionamento ora però sembrano in procinto di riesplodere, davanti alle prospettive di un escalation militare sul terreno: da una parte la Russia pare pronta a una nuova offensiva, mentre la coalizione occidentale risponde mandando agli ucraini carri armati tedeschi e americani.

I distinguo della Lega

"Abbiamo votato i decreti e abbiamo detto più volte che bisogna sostenere l'Ucraina", premette, ai microfoni di Fanpage.it, il capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo. Poi però aggiunge: "Sarebbe bene magari parlare un po’ meno di armi e un po’ più di canali diplomatici. Anche perché la gente comincia a essere un po’ stanca di continuare a sentir parlare solo di armi". Prosegue il capogruppo leghista: "Quella che ci stanno prospettando è una guerra lunga, di logoramento, una sorta di guerra infinita".

Romeo sostiene che va evitato il rischio di un'ulteriore escalation del conflitto, con le relative conseguenze economiche che comporterebbe anche in Europa. Per questo il colonnello di Salvini auspica un impegno di Usa e Cina e un coinvolgimento diretto dell'Onu, per arrivare a un tavolo di trattative tra Russia e Ucraina. Poi arriva la stoccata a Meloni: "Suggeriremmo al governo un Atlantismo meno assoluto e più ponderato". Per Romeo, l'Italia può avere una posizione "sempre più centrale nella costruzione dei negoziati", anche usando l'appoggio della democrazia vaticana.

Lato Forza Italia, parlando con Fanpage.it la senatrice e presidente della commissione Difesa a palazzo Madama Stefania Craxi nega divisioni sulla strategia per l'Ucraina all'interno della maggioranza. Certo, spiega Craxi: "L'escalation è sotto gli occhi di tutti. Dopodiché il governo non è uso ubbidire tacendo. Si fanno delle riflessioni perché il momento è molto delicato".

D'altra parte, la senatrice forzista rimarca come l'Italia stia inviando solo materiale difensivo. E sulla cessione dei carri armati americani e tedeschi, dice: "La Russia ha avviato un'escalation di fatto sul terreno. Quindi, per sostenere la resistenza degli ucraini, l'Occidente si sta definendo a seguito di ciò".

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