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La decisione della Consulta: “Serve una legge per figli con due mamme, decida legislatore”

La Consulta invita il legislatore a legiferare sul tema delle coppie con figli formate da due mamme. Dichiarando inammissibili le questioni di legittimità sollevate dal tribunale di Venezia sul caso di due donne che volevano entrambe essere riconosciute come madri del bimbo, la Corte Costituzionale spiega: “Il riconoscimento dello status di genitore comporta una scelta riservata al legislatore”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Consulta invita il legislatore a legiferare sul tema delle coppie formate da due mamme con figli. In particolare lo fa dichiarando inammissibile il ricorso del tribunale di Venezia sul caso di due donne unite civilmente e che volevano entrambe essere iscritte all’anagrafe come mamme di un bimbo partorito da una delle due grazie alla procreazione medicalmente assistita praticata all’estero. “Il riconoscimento dello status di genitore alla cosiddetta madre intenzionale – all'interno di un rapporto tra due donne unite civilmente – non risponde a un precetto costituzionale ma comporta una scelta di così alta discrezionalità da essere per ciò stesso riservata al legislatore, quale interprete del sentire della collettività nazionale”, è quanto stabilito dalla Consulta.

Nel comunicato della Consulta si sottolinea che spetta al legislatore, “su temi così eticamente sensibili”, valutare gli interessi e i valori in gioco, “tenendo conto degli orientamenti maggiormente diffusi nel tessuto sociale in un determinato momento storico”. La Corte costituzionale, nello specifico, ha esaminato le questioni di legittimità sollevate dal tribunale di Venezia in merito alla legge sulle unioni civili e al decreto sugli atti dello stato civile. Il caso specifico è stato discusso ieri in pubblica udienza e riguarda due donne unite civilmente. Una aveva concepito il bimbo all’estero, con la nascita del piccolo in Italia. Per il tribunale la disciplina vigente dovrebbe escludere “la registrazione nell’atto di nascita del bambino come figlio di entrambe le donne”, considerando che “violerebbe i diritti della cosiddetta madre intenzionale e quelli del minore e determinerebbe una irragionevole discriminazione per motivi di orientamento sessuale”.

L’ufficio stampa della Corte costituzionale, in attesa che venga depositata la sentenza nelle prossime settimane, fa sapere che le questioni sono state dichiarate inammissibili. Inoltre la Consulta ritiene anche che “la protezione del miglior interesse del minore in simili situazioni – oggi affidata dalla giurisprudenza all'attuale disciplina sull'adozione in casi particolari – può essere assicurata attraverso varie soluzioni, tutte compatibili con la Costituzione, che spetta sempre al legislatore individuare”.

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