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La commissione d’inchiesta Covid parte ma senza scienziati, Foti (FdI): “Alcuni falsificavano i dati”

La commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid-19 partirà probabilmente a giugno. Lo ha detto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, che in un’intervista alla Verità ha spiegato anche perché non ci saranno scienziati dentro la commissione: “Per chi falsificava dati non c’è posto”.
A cura di Luca Pons
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La creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione del Covid-19 è stato uno dei cavalli di battaglia dell'attuale maggioranza, negli ultimi anni. A metà febbraio è partito l'iter in Parlamento per la creazione della commissione, e le indagini portate avanti dalla procura di Bergamo – coinvolgendo tra gli altri Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Attilio Fontana – hanno alzato nuovamente l'attenzione sul tema.

Con i lavori del Parlamento già avviati, la commissione dovrebbe nascere ufficialmente "verso giugno". Lo ha detto in un'intervista alla Verità Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, che è tra i deputati promotori della commissione.

Nella commissione sul Covid non ci saranno scienziati: "Chi falsificava i dati non può averci nulla a che fare"

Per Foti, la commissione in ogni caso "non potrà mai interferire nell'inchiesta giudiziaria di Bergamo" (anche se Foti ha chiesto che, in caso di processo, la presidenza del Consiglio si costituisca parte civile). Il suo scopo sarà quello di creare "modelli validi per il futuro", cioè "agire con un protocollo di prevenzione per supportare al meglio la scienza". Tuttavia, a essere assenti dai lavori saranno proprio gli scienziati.

"La nostra non è un'indagine conoscitiva sanitaria", ha detto Foti per spiegare perché tra i membri che comporranno la commissione d'inchiesta sul Covid non ci saranno rappresentanti del mondo della medicina e della scienza. Poi ha continuato: "Non possiamo lasciare campo agli scienziati che si esibiscono con opinioni contraddittorie all'infinito".

Secondo il capogruppo di Fratelli d'Italia, ci sono scienziati "che falsificavano i dati e si appiattivano sui desiderata dei ministri". Per questo "non possono avere nulla a che vedere con la commissione". Al contrario, Foti è sembrato più interessato agli aspetti strettamente economici della gestione del governo Conte: ha citato "l'acquisto di mascherine pagate e mai ricevute, materiali mai arrivati o arrivati fallati, o inutilizzati" tra i temi che saranno presenti alla fine dei lavori della commissione, in "una relazione a disposizione del Parlamento su quei due anni terribili e tutte le loro implicazioni". Foti ha citato anche il lockdown, una misura ampiamente messa in discussione proprio da Fratelli d'Italia.

Nel suo intervento al Senato di ottobre, Giorgia Meloni aveva detto che il suo governo nella gestione del Covid-19 avrebbe "dato valore alla scienza". In particolare, aveva affermato: "Diamo valore alla scienza, per questo non la scambiamo con la religione, abbiamo contestato che si scambiasse la scienza con la religione. Non riprenderemo quella linea, la scienza non è una scelta politica".

L'appoggio politico arriverà "anche da Renzi", mentre Pd e M5s sollevano "cortine fumogene"

Foti nell'intervista ha lamentato una "forte volontà di ostruzionismo da parte della sinistra in tutte le sue forme", sostenendo che gli elementi emersi nelle ultime settimane "dimostrano la grande disorganizzazione, l'atteggiamento reticente, le procedure contraddittorie" e che "la commissione serve a evitare che tutto ciò si ripeta in futuro". Le proposte di istituire una commissione sono arrivate anche dalla Lega e dal Terzo polo di Azione e Italia viva, cioè Carlo Calenda e Matteo Renzi. Per questo, il capogruppo di Fratelli d'Italia si è detto certo che a sostenerla ci sarà una maggioranza "ampia e trasversale, almeno fino a Matteo Renzi compreso". Più a sinistra, invece, "vedo un ‘campo larghino' con Schlein, Conte e Fratoianni pronti a sollevare cortine fumogene", ha affermato.

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