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Italicum, referendum abrogativo non si farà: fallisce la raccolta firme

Sono mancate circa 80mila firme al comitato promotore del referendum per modificare l’Italicum che non depositerà la richiesta in Cassazione. Sotto la soglia anche i due quesiti ambientali su trivelle e inceneritori. C’è ancora tempo fino al 15 luglio invece per la raccolta firme del comitato per il No alla riforma costituzionale.
A cura di Antonio Palma
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Non ci sarà nessun referendum abrogativo per modificare l'Italicum , la legge elettorale voluta dal premier Matteo Renzi. I comitati referendari infatti non sono riusciti  a raccogliere il numero di firme necessarie per poter presentare i quesiti referendari e quindi non ci sarà nessuna richiesta. Ad annunciarlo sono stati gli stessi promotori della raccolta firme che tra l'altro promuovono anche il "no" per il prossimo referendum costituzionale previsto nel mese di ottobre. Lo scopo era quello di modificare alcuni punti della legge elettorale come l'abolizione del premio di maggioranza e i capilista bloccati, ma le firme si sono fermate a circa 420mila e dunque lontano dal mezzo milione di adesioni necessario per chiedere la consultazione popolare sulla legge elettorale.

I termini per presentare i quesiti del referendum infatti sono ormai scaduti e il comitato promotore ha spiegato che non consegnerà nulla alla Corte di Cassazione. "Per cambiare l'Italicum non si sono raggiunti i numeri sufficienti. Siamo delusi, ma lavoreremo con più forza per ottenere le firme per la grande consultazione di ottobre", ha assicurato uno dei leader del comitato promotore del referendum abrogativo, il professor Alessandro Pace. All'appello infatti mancano anche le firme del comitato per il No che si oppone alla riforma costituzionale Renzi-Boschi da presentare sempre alla Suprema corte. In questo caso però c'è ancora tempo fino al 15 luglio e il comitato conta di riuscire a completare la raccolta firme per quella data.

Insieme al referendum abrogativo sull'Italicum invece sono fallite anche le altre due raccolte firme per i referendum cosiddetti ambientali. Si tratta di due quesiti che prevedevano una nuova consultazione sulla questione trivelle, non molto diversa da quella  su cui si è votato lo scorso aprile, e una consultazione contro gli inceneritori. Anche in questo caso i conteggi delle firme si sono fermati molto distanti dalla soglia necessaria per legge.

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