76 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il simulatore dell’Inps che ci fa capire quando andremo in pensione (tardi, molto tardi)

L’Inps ha lanciato un simulatore per calcolare l’età in cui ognuno di noi andrà in pensione: per un giovane che ha appena cominciato a lavorare è un miraggio. Ecco come funziona.
A cura di Tommaso Coluzzi
76 CONDIVISIONI
Immagine

Se hai 25 anni e hai appena cominciato a lavorare, l'Inps ha una brutta notizia per te. Non che sia una scoperta sensazionale – sulle pensioni dei giovani vengono e sono stati spesi, più o meno spesso, fiumi di parole senza che nessuno abbia mai proposto una soluzione reale – ma vederlo scritto su uno schermo ed elaborato da un simulatore abbastanza affidabile, va detto, fa un certo effetto. Parliamo di Pensami, Pensione a misura, il nuovo sistema di calcolo dell'Inps per scoprire qual è la prospettiva di pensionamento a seconda della propria età e della data di inizio lavoro. O meglio, la data in cui sono stati versati i primi contributi. Ma andiamo per gradi.

L'Inps permette di calcolare quando si andrà in pensione

Il simulatore si può provare qui, e – spiega l'Inps nella presentazione del nuovo servizio appena lanciato – serve a dare una "consulenza pensionistica ‘fai da te' per scoprire quando e come andare in pensione cumulando tutta la contribuzione". Il calcolatore permette, nei risultati finali, di "conoscere le principali pensioni e alcuni istituti per anticipare l'accesso alla pensione". Il simulatore "non ti dà informazioni sugli importi delle pensioni né sulle pensioni previste per determinate categorie di lavoratori" e "non utilizza informazioni presenti nella banca dati dell'Inps". Insomma, va compilata autonomamente.

Come si utilizza il simulatore Pensami dell'Inps

Una volta entrati nel portale si apre la prima schermata: l'inserimento dei dati. Bisogna compilare il form con i dati anagrafici e contributivi – come la data del primo contributo o il totale degli anni e mesi versati – indicando il tipo di lavoro svolto: dipendente pubblico, con delle distinzioni, dipendente privato o autonomo. Poi bisogna aggiungere la gestione, anche qui in base alla tipologia di lavoro.

Una volta inseriti questi dati si passa alla fase due: seleziona gli istituti. Si possono scegliere – a seconda dei singoli casi – tra servizio militare o civile, maternità in varie modalità, lavoro svolto con invalidità, riscatto della laurea, periodi all'estero, lavori usuranti. L'ultima fase consiste nei risultati, visualizza le pensioni.

La pensione per i giovani è una meta (quasi) irraggiungibile

Abbiamo provato a simulare il caso di un giovane di 25 anni che ha appena cominciato a lavorare nel privato e ha versato il suo primo mese di contributi a gennaio 2023. Le prospettive sono abbastanza deprimenti. La prima opzione è la pensione di vecchiaia: si può andare a 74 anni e 9 mesi di età, con cinque minimi di contributi versati, oppure a 70 anni e 6 mesi di età con almeno vent'anni di contributi.

Immagine

La seconda opzione è la pensione anticipata, che si raggiunge con una certa soglia di anni di contributi: servono 67 anni e 4 mesi, oltre ai vent'anni di contributi, per andare in pensione con un assegno ritoccato verso il basso. O altrimenti sono necessari 46 anni e 6 mesi di contributi.

Immagine

Insomma, la prospettiva per un giovane che ha appena cominciato a lavorare è quella di passare i prossimi 46 anni – almeno – prima di andare in pensione. Ammesso che poi ci sia qualcuno che le paghi, quelle pensioni.

76 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views