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Terremoto in Emilia del 20 maggio 2012

Il Senato approva le misure per il terremoto in Emilia: il decreto è legge

Dopo il via libera ottenuto alla Camera, i primi aiuti alle popolazioni terremotate sono definitivamente legge. Il provvedimento passa con 247 sì, 11 no e 4 astenuti. La Lega non vota: “Il Governo doveva fare di più”.
A cura di Susanna Picone
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Dopo il via libera ottenuto alla Camera, i primi aiuti alle popolazioni terremotate sono definitivamente legge. Il provvedimento passa con 247 sì, 11 no e 4 astenuti. La Lega si astiene: “Il Governo doveva fare di più”.
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Terremoto in Emilia del 20 maggio 2012

247 voti a favore, 11 contrari e 4 astenuti, così l’aula del Senato ha votato stamane e ha dato il via libera alla conversione in legge del decreto terremoto del governo Monti, varato dal Consiglio dei Ministri all’indomani del sisma che ha colpito lo scorso maggio soprattutto l’Emilia Romagna. Dopo il via libera ottenuto alla Camera, i primi aiuti alle popolazioni terremotate sono dunque definitivamente legge. Avevano detto sì alla Camera, mentre oggi hanno votato contro, i senatori dell’Italia dei Valori, la Lega invece non ha partecipato alla votazione. L’Italia dei Valori ha parlato di un decreto lacunoso e insufficiente, il cui dibattito “viene bloccato solo per tentare di frenare lo scollamento della maggioranza provvisoria, talmente divisa da non essere in grado di approvare un provvedimento atteso da ben tre giorni”, così Nello Di Nardo, capogruppo a Palazzo Madama. È un “no” necessario anche per mantenere la linea già decisa contro la fiducia al governo Monti.

La Lega che si astiene: “Più rispetto per le famiglie che soffrono” – Dalla Lega Nord invece motivano la loro astensione al voto: “Abbiamo deciso di non partecipare al voto di fiducia, che al Senato coincide con quello sul provvedimento, per non votare contro il decreto sul terremoto, anche se nei confronti delle popolazioni colpite il governo avrebbe dovuto fare molto di più”. Nello specifico il capogruppo della Lega ha sottolineato il sostegno alle imprese per difendere i posti di lavoro e i fondi necessari per la ricostruzione. Il loro punto di vista è che questo decreto, ormai legge, andava migliorato “in segno di rispetto nei confronti di quelle famiglie che da mesi vivono nelle tende” e che per farlo sarebbe stato sufficiente discuterlo un giorno in più. Ma, per la Lega, “il governo è più impegnato a difendere se stesso dagli attacchi della sua stessa maggioranza che a preoccuparsi delle esigenze di persone che stanno soffrendo”.

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