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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Il Reddito di cittadinanza diventa Mia: chi rischia di perdere l’assegno

Il governo è al lavoro per sostituire il Reddito di cittadinanza. Con la Misura di inclusione attiva, oltre alla distinzione tra occupabili e non occupabili, è a rischio il 25% dell’attuale platea. Ecco perché.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo è al lavoro per modificare il Reddito di cittadinanza, che vorrebbe sostituire con la Misura di inclusione attiva. Per ora sono solo ipotesi, ma la maggioranza ha sempre affermato di voler cambiare il provvedimento, distinguendo tra chi può lavorare e chi no. E da agosto 2023, con la stretta inserita nella Manovra, diversi beneficiari perderanno l'assegno. Il governo punta a far entrare in vigore la Mia da settembre e prevede, con la nuova misura, risparmi per circa tre miliardi di euro. Ma chi rischia di perdere il sostegno?

A fare un po' di conti ci ha pensato La Stampa. In primo luogo, con la riduzione dell'Isee per poter richiedere l'assegno da 9.360 euro a 7.200 euro verranno automaticamente esclusi il 25% degli attuali beneficiari. In numeri assoluti, si parla di circa 260mila nuclei familiari. Al momento sono oltre un milione le famiglie che beneficiano del reddito di cittadinanza.

Da settembre ci sarà una distinzione tra occupabili e non occupabili. Nella prima categoria finiranno le famiglie povere con almeno una persona tra i 18 e i 60 anni di età, mentre nella seconda quelle con minorenni, anziani over 60 e disabili. Tra gli occupabili ci sono circa 400mila percettori: secondo le prime indiscrezioni circolate sui giornali, anche per questa categoria, scaduto il reddito di cittadinanza, sarebbe previsto un sostegno economico, che però non potrà superare i 375 euro.

Sempre stando alle prime ricostruzioni, la Mia dovrebbe durare 12 mensilità massime. Inoltre, anche l'assegno per i non occupabili sarebbe a rischio tagli: i figli minori, infatti, non dovrebbero più essere conteggiati nel meccanismo per stabilire il totale al nucleo familiare, ricevendo invece una quota fissa di 50 euro al mese. Una cifra dimezzata rispetto a quanto previsto attualmente.

Il ministero del Lavoro starebbe lavorando anche a una nuova piattaforma digitale per gestire la Mia. Proprio su questa dovrebbe avvenire la sottoscrizione del patto per il lavoro (o l'assistenza) e la compilazione di tutti i moduli necessari per ricevere la carta Mia, cioè la carta su cui verranno accreditati di mese in mese i soldi.

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