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Il ministro Giorgetti spiega perché in Manovra ci sono aiuti contro il caro energia solo fino a marzo

Il governo non stanzierà risorse contro il caro energia solo fino a marzo, come emerge dalla legge di Bilancio. Nel secondo trimestre del 2023 è pronto a intervenire nuovamente, ha spiegato in audizione il ministro Giorgetti, se questo si renderà necessario.
A cura di Annalisa Girardi
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La maggior parte dei soldi stanziati dal governo in legge di Bilancio sono destinati a famiglie e imprese contro il caro energia, ma basteranno solo per il primo trimestre del 2023. Tuttavia, il governo ha già messo in conto nuove risorse da aprile in poi. Lo ha spiegato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione di fronte alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato. "Voglio anticipare le critiche sul fatto che abbiamo previsto misure solo per il primo trimestre: è un orientamento dato dalla Commissione Ue che chiede di continuare ad aggiornare, rispetto all'evoluzione, il tipo di intervento che non può essere previsto in modo indefinito. Ma ahimè sarà necessario estenderlo ulteriormente", ha detto il dirigente leghista.

Insomma, da Bruxelles sarebbe arrivata la richiesta di intervenire solo per l'immediato futuro, per poi aggiornare mano a mano le misure a seconda dell'evolversi della situazione. E in questo modo ha intenzione di procedere il governo. Che quindi, a partire da aprile, potrebbe tornare a stanziare risorse per contrastare i rincari in bolletta.

"L'impianto della manovra di bilancio predisposta dall'esecutivo ha inteso proseguire la politica di contrasto al caro energia e ha previsto, altresì, misure finalizzate a sostenere famiglie, lavoratori e imprese, ponendo le basi per gli interventi di carattere strutturale che il governo intende realizzare per contrastare fenomeni di svantaggio competitivo a danno delle imprese italiane e per rimuovere le diseguaglianze a livello sociale", ha proseguito Giorgetti.

Il ministro ha anche speso qualche parola sulle stime per il prossimo anno, che secondo molti economisti si preannuncia complicato. Non è però d'accordo il ministro leghista: "Dopo una fase di rimbalzo post pandemica ci troviamo in una fase di rallentamento dell'economia e di forte rialzo dell'inflazione ma non condividiamo il pessimismo sull'economia internazionale e sull'economia italiana come quello del FMI che prevede un calo di 0,2 punti del Pil nel 2023".

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