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Manovra 2025

Il ministro Giorgetti difende la manovra e sfida le stime sul Pil: “Può crescere più del previsto”

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, audito in Parlamento sulla legge di bilancio, ha difeso le misure inserite dal governo Meloni. E, parlando del Pil – che quest’anno crescerà pochissimo – ha detto: “Non sarei stupito da eventuali revisioni al rialzo”.
A cura di Luca Pons
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La legge di bilancio per il 2025 è in Parlamento, dove si lavora per fare tutte le eventuali modifiche al testo. Oggi è intervenuto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, chiamato a rispondere alle domande delle commissioni Bilancio di Camera e Senato.  Il ciclo di audizione finora ha portato moltissime critiche a vari interventi, soprattutto quelli sulla sanità. In generale, gli esperti hanno sottolineato un ritorno all'austerità, di fatto, con tagli in moltissimi settori.

Giorgetti è partito difendendo la gestione "prudente e responsabile della finanza pubblica" messa in atto dal governo. Ricapitolando i contenuti principali della manovra – soprattutto la conferma strutturale del taglio del cuneo e dell'Irpef a tre aliquote, che nel complesso costeranno 18 miliardi di euro all'anno – il ministro ha anche fatto una valutazione sulla crescita del Pil per quest'anno.

Perché Giorgetti è ottimista sul Pil del 2024 nonostante le previsioni

Nel 2024, il governo aveva previsto che il Pil sarebbe aumentato dell'1%. Negli scorsi mesi, i dati e i calcoli aggiornati dall'Istat hanno reso chiaro che questo obiettivo era sostanzialmente irraggiungibile. Per di più, nel periodo luglio-settembre il Pil è rimasto del tutto fermo, rendendo più complicato anche raggiungere le stime dello 0,7/0,8% di molti istituti. Insomma, la crescita dell'economia è quasi in stallo, come ha detto anche Confindustria.

Eppure, Giorgetti ha mostrato ottimismo. Ha riconosciuto che nonostante "dell’inflazione e aumento di occupazione", i "consumi" delle famiglie non sono ancora ripresi. Le difficoltà riguardano soprattutto il mondo industriale e le esportazioni, ha detto. Ma ha aggiunto che "nel corso degli ultimi anni il sistema economico italiano ha mostrato una tenuta superiore alle previsioni di molti". E comunque negli ultimi tre mesi dell'anno "il Pil dovrebbe tornare in espansione". Per questo, "non sarei stupito da eventuali revisioni al rialzo anche relativamente alle stime preliminari del Pil 2024", come avvenuto per alcuni degli scorsi anni.

La difesa di Giorgetti su web tax e "sacrificio" delle banche

Entrando nel merito della manovra, il ministro ha difeso alcune misure contestate come la web tax: questa colpirà anche le aziende medio piccole dal 2025, e non solo i giganti tech. Giorgetti ha detto che con questa modifica si "elimina la ‘discriminazione'" che aveva portato a una "contestazione degli Stati Uniti" e a "ritorsioni commerciali al momento dell'introduzione".

Il ministro ha commentato anche il "sacrificio" chiesto alle banche, che in realtà è solamente un anticipo, con una battuta: "Le banche si sentono sacrificate, però si può anche essere di parere diverso". E ha difeso gli stanziamenti per la sanità, criticati da esperti e operatori del settore, sottolineando che i fondi sanitari aumenteranno più delle altre spese, in media, la loro crescita sarà in linea con l'andamento dell'inflazione, quindi circa l'1,9% all'anno.

L'intervento su spese militari e bonus edilizi

In più, Giorgetti ha accennato all'aumento delle spese militari – "35 miliardi nel periodo 2025-2039" – ma ha anche sottolineato che la richiesta della Nato di arrivare al 2% del Pil complessivo è "molto ambiziosa e non del tutto compatibile" con le norme europee di bilancio. Con i fondi attualmente stanziati, si arriverà all'1,6% del Pil nel 2027.

Infine, i bonus edilizi. Il ministro ha chiarito che l'intento è evitare spese eccessive, quindi il prossimo anno il bonus ristrutturazioni varrà il 50% per le prime case e il 36% per le seconde. Dal 2026, si scenderà al 36% per le prime e al 30% per le seconde case. Sul tema, Giorgetti si detto pronto a discutere eventuali emendamenti, a condizione che le percentuali restino diverse per prima e seconda casa.

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