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Covid 19

“Il governo Meloni ha una strategia oscurantista sul Covid”, l’accusa della fondazione Gimbe

Il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe considera i dati della settimana dal 26 ottobre al 1° novembre, per assenza di dati più recenti. Scendono i nuovi positivi e i posti letto occupati nei reparti ordinari degli ospedali, ma rallentano le vaccinazioni, anche per le categorie più a rischio.
A cura di Luca Pons
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I dati più aggiornati del monitoraggio della Fondazione Gimbe mostrano un calo nei numeri della pandemia, per la settimana tra il 26 ottobre e il 1° novembre. Scendono, innanzitutto, i nuovi casi: dai 236.023 della settimana prevedente diventano 180.517, con un calo del 23,5%.

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I contagi scendono in tutte le Regioni: in Piemonte del 46,8%, nella provincia autonoma di Bolzano del 42,6%, mentre in Basilicata solo del 10,2% e in Puglia dell'11,9%. Lo stesso vale per le province e il calo più pronunciato è a Biella, Cuneo e Torino dove i casi si dimezzano in una settimana (rispettivamente -53,6%, -52,5% e -51%).

L'unica eccezione è la provincia di Prato, dove si registra un +2,1% dei nuovi positivi. Le province in cui l'incidenza è più alta (cioè c'è il più alto numero di nuovi contagi per ogni 100mila abitanti) sono Rovigo (591), Padova (584), Venezia (557), Belluno (509). Va detto che a un numero più basso di positivi corrisponde anche una minor quantità di tamponi effettuati: 1.189.544 nella settimana, con un calo del 15,7% rispetto al periodo precedente.

Dal 26 ottobre al 2 novembre, ci sono state 28.913 persone che si sono infettate nonostante fossero già state positive. Queste sono il 16,6% del totale dei casi, in linea con la percentuale della settimana precedente, quando le reinfezioni avevano avevano rappresentato il 16,7% dei nuovi positivi. In calo anche i decessi, nella settimana presa in esame: da 559 scendono a 536.

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Le persone attualmente positive in Italia, nel periodo analizzato da Gimbe, scendono a 441.425. Erano quasi 500mila (esattamente 499.999) la settimana prima, quindi c'è un calo dell'11,7%. Le persone in isolamento domiciliare sono 434.535 (mentre erano 492.661) e le persone ricoverate per Covid che mostrano dei sintomi passano da 7.106 a 6.658.

Per quanto riguarda gli ospedali, le terapie intensive restano perfettamente stabili: le persone ricoverate sono 232, come la settimana precedente. "Avevano toccato il massimo il 17 ottobre", spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe, "con 254 posti letto Covid occupati in area critica". Per quanto riguarda i posti letto ordinari, scendono a quota 6.658. Una settimana prima erano 7.124.

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Il tasso di occupazione dei pazienti Covid in area medica è del 10,4% a livello nazionale, con delle importanti differenze dal 3,4% al 33,5% dell'Umbria. Per la terapia intensiva, l'occupazione di persone con il Covid è del 2,4% in Italia, con il dato più alto di nuovo in Umbria (7,1%) e quello più basso in Valle D'Aosta, dove non ci sono persone ricoverate e quindi il tasso di occupazione per le terapie intensive è dello 0%.

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Rallentano i vaccini, meno di 1 su 4 ha fatto la quarta dose

Sul fronte vaccini, la Fondazione Gimbe analizza invece dati più recenti, dal 2 all'8 novembre. I nuovi vaccinati scendono del 18,5%, da 1.382 a 1.127. Un vaccinato su cinque questa settimana (il 20,8%) è nella fascia d'età 5-11 anni: sono 234 bambini, in calo rispetto alla settimana precedente. Anche gli over 50, che il rapporto Gimbe ricorda essere "più a rischio di malattia grave", si vaccinano meno: sono 467 nel periodo in questione, -12,7% rispetto a una settimana prima.

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Le persone sopra i 5 anni di età che non hanno neanche una dose di vaccino oggi sono 6,8 milioni, in Italia. Di queste, 6,04 milioni potrebbero riceverlo subito. Nel Lazio le persone che potrebbero vaccinarsi subito sono l'8% della popolazione con più di 5 anni, è il dato più basso tra le Regioni, mentre in Valle D'Aosta c'è il tasso più alto di non vaccinati, 14% della platea.

La terza dose prosegue bene, con l'84,5% di copertura della popolazione che può riceverla (sono 5,15 milioni le persone che non l'hanno ricevuta e potrebbero farla subito), mentre la quarta dose procede con un lieve aumento: 28.883 somministrazioni al giorno in media, +2% rispetto alla settimana scorsa. Il tasso di copertura resta più basso (al 23,6%) e ci sono forti differenze regionali: dal 10,9% della Calabria al 35,7% del Piemonte

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Il governo non comunica ancora i dati quotidiani, "strategia oscurantista" per Cartabellotta

Il ministero della Salute ha pubblicato i dati giornalieri rispetto a un periodo precedente, quello dal 30 ottobre al 3 novembre. Per la Fondazione Gimbe, questo è "un compromesso al ribasso" e "un passo indietro del tutto immotivato in termini di trasparenza". I dati quotidiani, ricorda la fondazione, vengono comunque inviati dalle Regioni al ministero, ma si sceglie di non renderli noti neanche per gli studiosi.

"Le evidenze scientifiche si costruiscono con dati di qualità, aperti, accessibili e aggiornati tempestivamente", afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. "La pubblicazione dei dati a cadenza settimanale rappresenta un ulteriore tassello della strategia oscurantista del governo nella gestione della pandemia: dal reintegro anticipato dei sanitari non vaccinati al “ritiro” della circolare del ministero della Salute ul piano di preparazione per la stagione autunno-inverno, al silenzio assordante sulla campagna vaccinale, in particolare sulla somministrazione dei richiami per i più fragili".

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