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Il governo Meloni ha chiesto la fiducia in Parlamento cinque volte in meno di tre mesi

Il governo Meloni è ricorso già cinque volte alla questione di fiducia in meno di tre mesi in carica, utilizzandola più spesso di Draghi e Conte. All’opposizioni Fratelli d’Italia aveva attaccato duramente i governi precedenti per questo motivo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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In Parlamento il nuovo anno si è aperto in linea con il 2022: con una richiesta di fiducia da parte del governo. Le motivazioni sono sempre le stesse: i tempi stretti, la decretazione d'urgenza, l'ostruzionismo delle opposizioni. Nonostante il vento sia cambiato, almeno a livello politico, l'esecutivo in carica continua a ricorrere frequentemente alla questione di fiducia, che di fatto è un mezzo per tagliare la discussione in Aula e accorciare i tempi, visto che decadono automaticamente tutti gli emendamenti, siano essi di maggioranza o d'opposizione. Il punto, però, è che dall'opposizione Giorgia Meloni e i suoi parlamentari – negli scorsi anni – hanno spesso tuonato contro i governi precedenti proprio per questo motivo.

Di base i decreti legge – che andrebbero utilizzati solamente in condizioni di particolare urgenza – hanno dei tempi brevi di conversione, pena la decadenza del provvedimento. Perciò sempre più spesso il dibattito parlamentare deve essere necessariamente compresso e si fa ricorso alla fiducia. Il governo Meloni, nello specifico, ha posto la questione di fiducia più spesso degli esecutivi guidati da Mario Draghi e Giuseppe Conte, che la stessa presidente del Consiglio criticava aspramente.

In carica dal 22 ottobre, il governo Meloni ha chiesto la fiducia il 21 dicembre in Senato sul decreto Aiuti quater, il 23 dicembre alla Camera sulla legge di Bilancio, il 28 dicembre alla Camera sul decreto Rave – che fu anche oggetto della ghigliottina parlamentare – e il 29 dicembre al Senato di nuovo sulla manovra. Infine oggi, l'11 gennaio, è stata posta la fiducia sul decreto Aiuti quater alla Camera. Il governo ha ottenuto 205 sì e domani si terrà il voto finale sul provvedimento.

Così facendo il governo Meloni ha chiesto la fiducia cinque volte in meno di tre mesi, anche se i tempi per l'approvazione della manovra economica erano oggettivamente stretti. In ogni caso, nei primi mesi di governo, Meloni è ricorsa più spesso allo strumento rispetto ai suoi predecessori che tanto aveva criticato.

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