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Il governo approva il nuovo piano contro la violenza sulle donne: cosa prevede e quali sono le novità

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo ddl contro la violenza sulle donne, arrivato al centro del dibattito pubblico negli ultimi giorni dopo il femminicidio di Giulia Tramontano. Dal braccialetto elettronico alla distanza obbligatoria di 500 metri, cosa sappiamo delle nuove misure.
A cura di Luca Pons
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Il governo Meloni ha approvato un nuovo piano contro la violenza sulle donne. L'obiettivo è di limitare il fenomeno rendendo più efficace la risposta delle forze di polizia e del sistema giudiziario nei casi in cui la violenza è nota, per prevenire i femminicidi. Il testo è tornato pressante nell'agenda politica dopo il caso di Giulia Tramontano, uccisa a 29 anni dal fidanzato quando era incinta di sette mesi.

Il Consiglio dei ministri si è riunito questa sera per approvare la misura che avrà la forma di un disegno di legge: non entrerà subito in vigore, perciò, ma sarà consegnata al Parlamento, che potrà discuterla e successivamente approvarla. "Chiederemo al Parlamento di applicare la dichiarazione d'urgenza, dato che si tratta di provvedimenti importanti", ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

"Queste misure sono utili, ma non bastano: serve un cambiamento culturale", ha detto la ministra della Famiglia Eugenia Roccella. "Per questo, con il ministero dell'Istruzione faremo una campagna di informazione, sia sulle nuove norme, sia portando nelle scuole le vittime di violenza per raccontare la loro esperienza".

Una testimonianza che, ha aggiunto il ministro Carlo Nordio, "sarebbe utile anche in carcere". Anche perché "non possiamo illuderci che l'intervento di un magistrato possa risolvere la questione. L'attenzione del governo punta sull'aspetto educativo e culturale".

Braccialetto elettronico e 500 metri di distanza obbligatoria dalle vittime

Nel testo sono state inserite le misure che il ministro dell'Interno aveva anticipato nei giorni scorsi. Si espande, ad esempio l'utilizzo del braccialetto elettronico: diventa automatico, a meno che il giudice  non abbia da obiettare, ma serve comunque il consenso dell'indagato.

Sempre nel settore della giustizia, si restringono i tempi: gli inquirenti avranno al massimo trenta giorni per richiedere le misure cautelari da quando iniziano le indagini, e il giudice avrà al massimo trenta giorni per concederle. "Possono sembrare tempi lunghi, ma oggi si tratta di mesi o anche anni", ha ribadito Roccella.

In più, viene posto un limite esatto alla distanza che gli indagati per violenza dovranno mantenere dalla presunta vittima: 500 metri. Era già è previsto l'obbligo di mantenere la distanza, ma questa non era precisata. Chi non rispetta questo limite può andare in carcere da uno a cinque anni, e l'arresto scatta se questa violazione viene dimostrata con foto o video entro 48 ore da quando è avvenuta.

"Cartellino giallo" per gli uomini violenti

Anche un'altra misura, già esistente, viene allargata: l'ammonimento del questore, che non si applica più solamente ai casi di maltrattamenti o stalking, ma anche a reati come aggressioni effettuate con l'acido, revenge porn, tentato omicidio. La ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, ha definito questa misura "un cartellino giallo dell'uomo violento", perché chi riceve l'ammonimento e poi commette un reato – violenza, lesioni personali, violenza privata, ma anche minacce, atti persecutori e revenge porn – avrà un aumento della pena.

Nel testo c'è anche l'intenzione di formare dei magistrati appositamente per creare dei gruppi, o pool, che si occupino di violenza sulle donne con continuità. Inizialmente, questo sarà fatto cercando di affidare sempre agli stessi pm i casi di violenza domestica. In più, è previsto che le donne che subiscono violenza ricevano tempestivamente tutte le informazioni sui centri antiviolenza presenti sul territorio.

Le altre proposte: dal duplice omicidio per le donne incinte all'educazione affettiva nelle scuole

Il testo si concentra quindi sull'aspetto giudiziario della violenza di genere, cercando di reprimere i reati che possono sfociare nel femminicidio. Non si tratta dell'ultima misura sul tema, anche da parte della maggioranza. Da Forza Italia, infatti, la capogruppo al Senato Licia Ronzulli ha dichiarato che il partito sta "lavorando a una proposta di legge per configurare il duplice omicidio nel caso venga uccisa una donna che aspetta un bambino".

Un altro riferimento al caso di Giulia Tramontano è arrivato dal Movimento 5 stelle, che oggi in Parlamento ha ricordato come il suo sia stato "l'ultimo di una serie infinita di tragiche morti di donne per mano di uomini carnefici". Stefania Ascari, deputata M5s, ha detto che "la violenza sulle donne è soprattutto un problema culturale, si nutre di patriarcato sociale, di pregiudizi, di disuguaglianze sociali, di analfabetismo emotivo. Dobbiamo introdurre l'educazione affettiva e sessuale in tutte le scuole di ogni ordine e grado ed educare così i più giovani al rispetto di sé stessi e degli altri".

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