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Il G7 a Hiroshima: “Una nuova guerra nucleare non può essere vinta, da Russia retorica irresponsabile”

“Una nuova guerra atomica non può essere vinta e non deve mai essere combattuta. La retorica nucleare irresponsabile della Russia, l’indebolimento dei regimi di controllo degli armamenti e l’intenzione dichiarata di dispiegare armi nucleari in Bielorussia sono pericolose e inaccettabili”: è quanto si legge in una dichiarazione dei leader del G7, oggi a Hiroshima.
A cura di Annalisa Girardi
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"In un momento solenne e di riflessione, riaffermiamo, in questo primo documento dei leader del G7 incentrato in particolare sul disarmo – il nostro impegno a realizzare un mondo senza armi nucleari con la massima sicurezza per tutti": è quanto si legge in un documento firmato dai capi di Stato e di governo del G7, riuniti in questi giorni in Giappone. Tra loro anche Giorgia Meloni, volata a Hiroshima dopo il Consiglio d'Europa. "Noi, leader del G7, ci siamo riuniti in un momento storico a Hiroshima – che con Nagasaki riporta alla memoria la devastazione senza precedenti e l'immensa sofferenza umana che la gente di Hiroshima e Nagasaki ha vissuto a seguito dei bombardamenti atomici del 1945", si legge ancora nel comunicato.

Che poi ricorda la dichiarazione delle cinque potenze nucleari – Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia – del gennaio 2022, appena un mese prima dello scoppio della guerra in Ucraina, sulla prevenzione di una guerra nucleare: "Una nuova guerra atomica non può essere vinta e non deve mai essere combattuta. Chiediamo alla Russia di impegnarsi nuovamente, con parole e fatti, sui principi sanciti in quella Dichiarazione. Le nostre politiche di sicurezza si basano sulla consapevolezza che le armi nucleari, fintanto che esistono, dovrebbero servire a scopi difensivi, scoraggiare l'aggressione e prevenire la guerra e la sopraffazione".

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"La retorica nucleare irresponsabile della Russia, l'indebolimento dei regimi di controllo degli armamenti e l'intenzione dichiarata di dispiegare armi nucleari in Bielorussia sono pericolose e inaccettabili. Ribadiamo la nostra posizione secondo cui le minacce da parte della Russia dell'uso di armi nucleari, per non parlare di qualsiasi ricorso alle armi nucleari da parte di Mosca nel contesto della sua aggressione contro l'Ucraina sono inammissibili", hanno anche sottolineato i leader del G7.

Nella dichiarazione, poi, si chiedono misure concrete agli Stati possessori di testate nucleari: "Il G7 riconosce la necessità di misure concrete da parte degli Stati dotati di armi nucleari per ridurre i rischi strategici. Chiediamo alla Cina e alla Russia di impegnarsi in modo sostanziale nei pertinenti forum multilaterali e bilaterali, in linea con i loro obblighi ai sensi del Tnp, Trattato di non proliferazione nucleare, compreso l'articolo VI". Nel testo inoltre si chiede anche alla Corea del Nord di "astenersi da qualsiasi altra azione destabilizzante o provocatoria, inclusi ulteriori test nucleari o lanci che utilizzino la tecnologia dei missili balistici" e all'Iran di "non sviluppare mai l'arma nucleare".

I leader del G7, tra cui anche Giorgia Meloni, oggi hanno visitato il Museo memoriale della pace, che commemora il bombardamento atomico avvenuto su Hiroshima nell'agosto del 1945. "Oggi chiniamo il capo e ci fermiamo in preghiera. Oggi non dimentichiamo che l'oscurità non ha l'ultima parola. Oggi ricordiamo il passato per scrivere, insieme, un futuro di speranza", è il messaggio che la presidente del Consiglio ha lasciato al Museo memoriale della pace.

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Da parte loro, gli hibakusha, cioè i sopravvissuti ai bombardamenti atomici, hanno chiesto ai leader mondiali di ricordare la loro tragedia. Toshiko Tanaka, una superstite, ha commentato così la presenza del presidente statunitense Joe Biden a Hiroshima: "Aveva un'espressione molto seria e addolorata sul viso, quindi credo che la tragedia del bombardamento atomico sia risuonata nel suo cuore più di prima. L'ho percepito". La visita al memoriale è stata fortemente voluta dal primo ministro giapponese Fumio Kishida, originario di Hiroshima e che ha perso diversi parenti nel bombardamento atomico americano del 1945.

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