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Il ddl Anziani è legge, cosa cambia con la nuova norma sull’invecchiamento attivo

Il ddl Anziani è diventato legge: la Camera l’ha approvato con 150 favorevoli e 72 astenuti, nessun contrario. La maggioranza ha esultato, mentre le opposizioni hanno evidenziato i limiti della norma.
A cura di Luca Pons
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La Camera ha dato il via libera definitivo alla legge delega sulla terza età. I voti sono stati 150 a favore (i partiti di maggioranza e il Terzo polo) e 72 astenuti. Non c'è stato nessun voto contrario. Il cosiddetto ddl Anziani è ora legge: dà al governo il compito di intervenire nelle politiche per la popolazione anziana, seguendo precise linee guida da realizzare concretamente con dei decreti.

Cosa prevede il ddl Anziani diventato legge

Il ddl Anziani, formalmente chiamato "legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane" prevede una riforma piuttosto ampia che coinvolge anche alcuni degli obiettivi fissati dall'ultima legge di bilancio e, per quanto riguarda le persone anziane non autosufficienti, dal Pnrr. Proprio per le tempistiche del Pnrr, la scadenza per la legge delega da adottare era il primo trimestre del 2023, quindi mancava poco più di una settimana alla scadenza. Il termine ultimo per attuare concretamente la riforma con dei decreti, invece, è marzo 2024. Il testo della legge, però, ha fissato molte scadenze prima, al 31 gennaio 2024.

Il governo Meloni ha quindi un anno di tempo per mettere in atto le modifiche previste dalla legge sugli anziani, che sono diverse. Il fondamento della legge è l'idea che le persone anziane abbiano diritto a continuare la propria vita le proprie cure nel luogo in cui abitano, e che le procedure per valutare se una persona anziana è autosufficiente siano semplificate e integrate. Per questo, nasceranno i cosiddetti Punti unici di accesso (Pua), luoghi in cui effettuare una valutazione multidimensionale per definire il proprio Progetto assistenziale individualizzato (Pai). In pratica, le persone anziane avranno un modo semplice per farsi visitare e stabilire tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali di cui hanno bisogno.

Coabitazione solidale tra anziani e altre misure per l'invecchiamento attivo

Nascerà un comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa), che raccoglierà diverse parti del governo (ministeri del Lavoro, Salute, Famiglia, Disabilità, Affari regionali, Economia) coordinate nel gestire le politiche per gli anziani. Entro il 31 gennaio 2024 dovranno essere adottate anche delle misure per promuovere "l'invecchiamento attivo" e l'inclusione sociale delle persone anziane, ad esempio l'attività fisica e il rapporto con animali domestici, ma anche forme di coabitazione solidale tra anziani e di coabitazione intergenerazionale, soprattutto in case famiglia o condomini solidali. Sarebbero spazi aperti ai familiari così come ai volontari e a chi presta servizi sociosanitari.

In più, sul piano sanitario dovrebbero diffondersi degli interventi di "sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane". Questo dovrebbe avvenire grazie alla "rete delle farmacie territoriali in sinergia con gli erogatori di servizi sociosanitari".

Via alla nuova "prestazione universale" in via sperimentale

Verrà anche riconosciuto il diritto degli anziani a ricevere cure palliative domiciliari e in hospice. Per quanto riguarda l'assistenza, quelli che attualmente sono l'assistenza domiciliare integrata (Adi) e il servizio di assistenza domiciliare (Sad) verranno integrati.

Per chi ne ha diritto – i dettagli saranno definiti con i decreti, dovrebbero essere le stesse persone che possono prendere l'indennità di accompagnamento – è previsto che nasca un nuovo sussidio, dato che il testo parla di sperimentare una "prestazione universale, graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale ed erogabile sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona".

Soddisfatto il centrodestra: "Nasce un nuovo welfare per gli anziani"

La legge "cambia radicalmente l'approccio dello Stato rispetto alle persone anziane. Il governo, modificando il testo ereditato dal precedente esecutivo, va nella direzione di una maggiore inclusione, protezione e valorizzazione delle persone nella terza fase della loro vita". Lo ha detto la viceministra al Lavoro e alle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, deputata di Fratelli d'Italia. "Nasce oggi un nuovo welfare dove lo Stato si fa Stato che ha cura, scongiurando l'isolamento e la solitudine mediante la valorizzazione delle persone anziane anche non autosufficienti".

Ha votato favorevolmente anche il Terzo polo. La deputata Elena Bonetti ha commentato: "Il testo che ci apprestiamo a votare è di fatto lo stesso che abbiamo varato come ultimo atto del governo Draghi. L'attuale esecutivo si è limitato a mischiare le carte per fingere una discontinuità. Il risultato è stato qualche correttivo, peggiorativo. Noi voteremo per questo a favore anche se il governo avrebbe dovuto prendersi l'impegno sulle coperture, per non lasciare margini di incertezza sulla sua reale attuazione", ha concluso.

Pd e M5s astenuti ma protestano: "Non ci sono risorse, la maggioranza non ci ha ascoltati"

Ilenia Malavasi, deputata del Pd, ha sottolineato che la legge "nasce da una proposta approvata dal governo Draghi e con l'apporto fondamentale dei ministri Speranza e Orlando". Si tratta di una "legge di civiltà e di maturità", perché è importante "garantire  la presa in carico della condizione di fragilità delle persone anziane in una cornice più generale di norme a tutela di tutti coloro che si trovano in una condizione di non autosufficienza che riguarda milioni di persone".

Ci sono dei limiti, però, per Malavasi: "In questo disegno di legge manca la definizione della platea delle persone a cui ci rivolgiamo, mancano le risorse (una riforma di questo tipo non si può fare a risorse invariate), manca il riconoscimento della figura del caregiver, manca il riconoscimento del lavoro di cura e del valore della cura, mancano criteri chiari per l'accreditamento di soggetti pubblici e privati, terzo settore compreso, che erogano servizi domiciliari di cura e assistenza, manca una definizione dei livelli essenziali delle prestazioni".

Astenuto anche il Movimento 5 stelle: "Desta molta preoccupazione l'atteggiamento della maggioranza", hanno scritto in una nota i deputati M5s. Si tratta di "un ddl nato nella scorsa legislatura, al termine di un lungo lavoro trasversale. In pochi mesi di governo Meloni, però, quello spirito di collaborazione è già diventato uno sbiadito ricordo". La maggioranza, infatti, "ha respinto tutte le proposte che abbiamo avanzato per migliorare il testo, tra cui la valorizzazione dell'invecchiamento attivo con la creazione di un fondo ad hoc, la tutela dei caregiver, la qualificazione degli OSS, l'implementazione dei progetti per la vita indipendente e autodeterminata". Questa è "una grave compressione del ruolo che spetta al Parlamento e del lavoro che è stato svolto".

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