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“I tamponi a chi arriva dalla Cina non servono a fermare il Covid”: l’allarme di Gimbe

Il presidente Cartabellotta lancia l’allarme sullo screening effettuato su chi arriva dalla Cina: non serve a fermare la diffusione del Covid, al massimo a prevenire nuove varianti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I tamponi a chi arriva dalla Cina? Praticamente inutili. O meglio, i testi non servono a nulla se si pensa di utilizzarli come argine alla diffusione del Covid. Il discorso cambia se l'obiettivo è il sequenziamento e l'individuazione – eventuale, anche se tutti si augurano il contrario – di nuove varianti. L'opinione della Fondazione Gimbe e del presidente, Nino Cartabellotta, sulle misure prese dall'Italia – e non solo – per contrastare il boom di casi Covid in Cina è molto netta. "Nelle ultime settimane si è generato un certo allarmismo, anche se quanto sta accadendo era ampiamente prevedibile – sottolinea Cartabellotta – Infatti, è inevitabile che un Paese che ha vaccinato poco, in particolare anziani e fragili, con un vaccino poco efficace sulla malattia grave, con l’improvvisa sospensione ai primi di dicembre della strategia zero Covid sperimenti una netta ripresa della circolazione virale e un rilevante impatto su ospedalizzazioni e decessi".

Per quanto riguarda l'Italia, secondo Cartabellotta è fondamentale il "potenziamento di alcune strategie di sanità pubblica per contrastare il SARS-CoV-2". Innanzitutto "è cruciale rafforzare le attività di sequenziamento", poi "bisogna aumentare le coperture vaccinali", mentre "rimane sempre valida la raccomandazione di utilizzare le mascherine nei luoghi chiusi e affollati". Poi affonda: "Di dubbia efficacia per arginare la circolazione virale lo screening dei viaggiatori in arrivo dalla Cina per almeno tre ragioni". Sono le seguenti: "Meno del 10% dei passeggeri arriva con voli diretti; l’estrema contagiosità di Omicron riduce l’efficacia già modesta degli screening documentata in letteratura; la gestione dei positivi sarebbe comunque affidata all’isolamento fiduciario". E conclude: "L’unica reale utilità di questi screening è quella di identificare precocemente nuove varianti".

Il monitoraggio Covid della Fondazione Gimbe

La Fondazione Gimbe ha pubblicato anche il suo consueto monitoraggio indipendente sulla pandemia di Covid, che come ogni settimana riassume i dati sulla situazione epidemiologica. Nell'ultima settimana sono aumentati i nuovi casi: in tutto sono stati 135.977, l'11,4% in più rispetto ai precedenti sette giorni. In aumento anche le vittime del Covid, che sono 775 in una settimana: più 9,8% rispetto alla precedente.

Gli altri indicatori, quelli ospedalieri e non solo, sono tendenzialmente in calo: meno 2,7% di persone in isolamento domiciliare (sono 398.147 in tutto); meno 2,7% di attualmente positivi (sono 406.182); meno 6,9% di ricoverati con sintomi (sono 7.716); più 1,6% di ricoverati in terapia intensiva (sono 319).

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