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Giorgia Meloni vuole cooperare con Egitto e Arabia saudita sui diritti umani

Tra le congratulazioni di questi giorni a Giorgia Meloni, ci sono anche quelle del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e e del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. A entrambi Meloni ha sottolineato di essere pronta a cooperare sul fronte dei diritti umani.
A cura di Annalisa Girardi
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Tra i tanti messaggi di congratulazioni che in questi ultimi giorni sono arrivati a Giorgia Meloni da altri capi di Stato o di governo ci sono anche quelli del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e e del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Il primo, arrivato al potere con un golpe militare, è accusato dal Parlamento europeo di aver provocato un deterioramento dei diritti umani in Egitto, mentre il secondo, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, sarebbe il mandante dell'omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, ammazzato e fatto a pezzi all'interno del consolato saudita a Istanbul. Nel rispondere ai messaggi di auguri, Meloni ha sottolineato a entrambi di essere pronta a cooperare anche sul fronte dei diritti umani.

Nel suo messaggio di congratulazioni, al-Sisi ha augurato a Meloni "successo nel portare i nostri amici italiani verso un futuro coerente con la civiltà e la storia di questo antico Paese" e l'ha invitata a partecipare alla COP 27, la Conferenza sui Cambiamenti Climatici che si terrà il mese prossimo a Sharm El-Sheikh. Meloni ha risposto: "Ringrazio il presidente al-Sisi per i suoi auguri di buon lavoro al governo italiano. Abbiamo a cuore la stabilità del Mediterraneo e del Medio Oriente e siamo determinati a rafforzare la nostra cooperazione bilaterale su temi cruciali quali la sicurezza energetica, l'ambiente e i diritti umani".

In un comunicato congiunto il re Salman e il principe ereditario bin Salman hanno augurato un pieno successo a Meloni e "all'amichevole popolo italiano progresso e prosperità". Ancora una volta, ringraziando per gli auguri, Meloni ha ribadito che "l'Italia ha un forte interesse nella stabilità del Medio Oriente e di continuare nella cooperazione in materia di sicurezza energetica, investimenti e diritti umani".

Il riferimento ai diritti umani, chiaramente, non passa inosservato. Al-Sisi è arrivato al potere con un colpo di Stato militare e, da allora, sia Human Rights Watch che Amnesty International hanno denunciato come, per reprimere le opposizioni e il dissenso, il governo egiziano abbia fatto ricorso sistematico a sparizioni forzate, detenzione arbitraria e tortura. Anche l'Unione europea ha più volte condannato il deterioramento dei diritti umani nel Paese. Dal 2016 sulle relazioni diplomatiche tra Italia ed Egitto pesa l'omicidio di Giulio Regeni: la procura di Roma ha accusato i servizi segreti egiziani e anche il governo de Il Cairo è accusato di essere coinvolto.

Organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch hanno anche ripetutamente denunciato violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita. In particolare si parla di pena di morte o detenzioni applicate senza un regolare processo, tortura dei prigionieri, discriminazioni verso stranieri, donne e comunità Lgbtq+, limitazioni alla libertà di espressione e repressione dei dissidenti. E secondo un rapporto dell'ONU di qualche anno fa ci sarebbe proprio il principe ereditario bin Salman dietro l'omicidio del giornalista dissidente Khashoggi. Un assassinio che, sempre secondo il documento delle Nazioni Unite, sarebbe stato premeditato.

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