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Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di legge per abolire il reato di tortura

Alcuni deputati di Fratelli d’Italia hanno presentato una proposta di legge per abolire il reato di tortura, abrogando gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale. Ilaria Cucchi si appella al Presidente Mattarella: “Giù le mani dalla legge”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Con una proposta di legge firmata da un gruppo di deputati, Fratelli d'Italia sta provando a cancellare il reato di tortura dal codice penale. Il testo, a prima firma di Imma Vietri, è stato presentato e assegnato in commissione Giustizia alla Camera. L'obbiettivo è abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale – che dal 2017 hanno introdotto il reato – lasciando in piedi solo una sorta di aggravante all'articolo 61. Il senso del testo è abbastanza chiaro: evitare che per il reato di tortura vengano condannati appartenenti alle forze dell'ordine. Tanto che viene spesso richiamato – nella relazione della proposta di legge – il fatto che ci sia questo rischio. In un passaggio si legge:

L’incertezza applicativa in cui è lasciato l’interprete potrebbe comportare la pericolosa attrazione nella nuova fattispecie penale di tutte le condotte dei soggetti preposti all’applicazione della legge, in particolare del personale delle Forze di polizia che per l’esercizio delle proprie funzioni è autorizzato a ricorrere legittimamente anche a mezzi di coazione fisica […].

E ancora, scrivono i deputati di Fratelli d'Italia:

Potrebbero finire nelle maglie del reato in esame comportamenti chiaramente estranei al suo ambito d’applicazione classico, tra cui un rigoroso uso della forza da parte della polizia durante un arresto o in operazioni di ordine pubblico particolarmente delicate o la collocazione di un detenuto in una cella sovraffollata. Ad esempio, gli appartenenti alla polizia penitenziaria rischierebbero quotidianamente denunce per tale reato a causa delle condizioni di invivibilità delle carceri e della mancanza di spazi detentivi, con conseguenze penali molto gravi e totalmente sproporzionate.

Così, secondo i parlamentari, ci sarebbe il rischio di denunce e processi strumentali nei confronti delle forze dell'ordine. E non solo:

Le pene previste per il reato sono chiaramente sproporzionate rispetto ai reati che puniscono nel codice attualmente tali condotte (percosse, lesioni, minaccia eccetera) e non giustificate dall’andamento della situazione criminale in Italia. Non risulta, infatti, che ci sia una recrudescenza di reati e di abusi in genere commessi da appartenenti alle Forze dell’ordine nell’esercizio della loro funzione tale da giustificare l’introduzione di un nuovo reato.

La notizia è stata immediatamente commentata da Ilaria Cucchi, senatrice dell'alleanza Verdi e Sinistra e particolarmente sensibile alla questione per ovvi motivi derivanti dalla sua storia personale: "È notizia di queste ore la sospensione di 23 agenti del carcere di Biella accusati dalla magistratura di tortura di Stato nei confronti di tre detenuti e nelle stesse ore veniamo a conoscenza dell'assegnazione in commissione Giustizia della Camera di una proposta di legge di Fdi che vuole abrogare la tortura – ha commentato la parlamentare – Questo è un fatto gravissimo. Sostenere che la tortura in Italia non esista è una bugia. Far finta di niente e voltarsi dall'altra parte è già questa una violazione dei diritti umani, e lo so perché l'ho provata sulla mia pelle". Poi ha ricordato: "Più di un giudice, prima dell'introduzione di questa legge, si è trovato a non poter procedere perché la legge non esisteva. Abbiamo lottato per la sua introduzione e ora rivolgo un appello a tutte le forze politiche soprattutto al Presidente della Repubblica: giù le mani dalla legge che punisce la tortura". E ha concluso: "Chi ha paura del reato di tortura legittima la tortura".

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