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Fine vita, Salvini: “Rimango contrario al suicidio di Stato imposto per legge”

Salvini commenta la sentenza della Corte Costituzionale sul fine vita, che apre al suicidio assistito: “Sono e rimango contrario al suicidio di Stato imposto per legge – dice prima di un comizio in Umbria – “Parliamo con i medici, parliamo con le famiglie però la vita è sacra e da questo principio non tornerò mai indietro”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Sono e rimango contrario al suicidio di Stato imposto per legge", è questo il commento del segretario della Lega Matteo Salvini alla decisione storica della Corte costituzionale che apre al suicidio assistito e dà ragione al tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, imputato nel processo per la morte di Fabiano Antoniani con l'accusa di istigazione al suicidio.Il segretario del Carroccio non è d'accordo con la sentenza della Consulta, che sostiene che l'aiuto a morire è lecito in alcuni casi specifici, come quello di Dj Fabo. Per i giudici rimane comunque "indispensabile" che il Parlamento legiferi sulla questione

"Parliamo con i medici, parliamo con le famiglie però la vita è sacra e da questo principio non tornerò mai indietro". ha aggiunto il leader del Carroccio, intervenendo a margine di un'iniziativa in Umbria, a Tavernelle, per le elezioni regionali del 27 ottobre. Il verdetto dei giudici preoccupa anche il mondo cattolico, e la Cei chiede che venga garantita l'obiezione di coscienza.

Oggi la compagna di Dj Fabo, Valentina Imbrogno, ha rilasciato un'intervista sul Corriere della Sera: "Adesso sì. Adesso so che tutte le fatiche, la stanchezza e la sofferenza di Fabo non sono state inutili. Questa vittoria è per lui. È per un uomo che se n'è andato sapendo di aver tirato un pugno potente a un avversario assurdo. Il resto del match lo abbiamo vinto noi, tutti quanti assieme. Alla fine mi aspettavo che andasse così, era qualcosa di più di una speranza. Ho avuto la netta sensazione che fossimo finalmente arrivati al punto. Ho sempre confidato nel fatto che i giudici fossero persone illuminate – ha spiegato – Io sono serena, da sempre. Ciascuno è libero di usare la propria coscienza come meglio crede. Il limite, però, è non imporre agli altri le sue decisioni. È una regola semplice. Il corpo di Fabo era diventato una gabbia e lui ha vissuto in quella prigione per due anni e nove mesi, cieco, tetraplegico, con dolori inenarrabili e difficoltà crescenti ogni santo giorno. Se una persona in queste condizioni sogna di morire a casa sua trovo profondamente ingiusto che qualcun altro gli dica di no. E allo stesso modo è stato ingiusto, finora, rischiare una condanna per aver accompagnato persone come lui a morire altrove". E "se fosse qui gli direi: hai visto cosa siamo stati capaci di fare? Siamo riusciti a cambiare perfino la vita più bella del mondo".

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