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Enrico Letta non si dimetterà (per il momento) da segretario del Pd

Le voci che parlavano di dimissioni per il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, sono state smentite da una nota del Pd. Letta starebbe comunque cercando di accelerare i tempi e portare le primarie da metà marzo a fine gennaio. Mettere d’accordo le correnti interne al partito, però, sembra difficile.
A cura di Luca Pons
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Il Partito democratico ha convocato sabato un'Assemblea nazionale in cui si decideranno definitivamente i prossimi passaggi da seguire verso l'elezione di un nuovo segretario o segretaria. Mentre alcune voci sostenevano che Enrico Letta, segretario del Pd, volesse dimettersi al termine dell'Assemblea, una nota del partito ha smentito questa ipotesi.

"Il segretario è completamente assorbito dall'impegno a presentare in Assemblea nazionale una soluzione che superi le attuali complessità regolamentari e statutarie e consenta lo svolgimento con successo del congresso", ha dichiarato il Pd. Non ci saranno, quindi, le dimissioni di Letta, dopo le quali sarebbe servita una figura che ‘traghettasse' il partito fino all'elezione del prossimo segretario o segretaria.

All'assemblea di sabato, che si terrà online, parteciperanno mille delegati del Partito democratico. Intanto, il 7 novembre Enrico Letta ha lanciato tramite i canali ufficiali del partito un "appello per la partecipazione al congresso costituente del nuovo Pd", invitando a iscriversi al partito chi vuole aderire al percorso che porterà alle primarie, e allargando la partecipazione in questa prima fase di dibattito anche a chi non è iscritto.

Il cronoprogramma delle prossime settimane, riportato sul sito del Pd, per ora è definito ed è diviso in due fasi: la prima dedicata alle ‘idee' e la seconda ai ‘nomi. Entro il 16 dicembre, la Direzione nazionale dovrà approvare le regole per creare l'Assemblea costituente. Dopo un passaggio di discussione nei circoli locali, entro il 22 gennaio l'Assemblea darà l'ok al regolamento per il congresso e approverà il nuovo manifesto del Pd, chiudendo la prima fase del percorso costituente. Entro il 28 gennaio, poi, si dovranno presentare le candidature. Entro il 26 febbraio gli iscritti al Pd discuteranno e voteranno le persone candidate, e le primarie tra i due candidati più votati si terranno nei gazebo il 12 marzo.

Mentre allontana l'ipotesi delle dimissioni, però, Letta starebbe cercando di accelerare i tempi. Una possibilità sarebbe quella di invertire l'ordine dei passaggi da seguire: partire dall'elezione del segretario, così che poi il nuovo leader possa guidare il dibattito sull'identità del partito. Molti esponenti del partito, però, non sarebbero d'accordo.

Sarebbe in particolare la corrente ‘di sinistra' del Pd ad opporsi, anche perché vedrebbe il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini come candidato favorito al momento. Bonaccini, che non si è ancora ufficialmente candidato, è supportato soprattutto dalla parte moderata e riformista del partito. Dall'altra parte, alcuni esponenti guardano a Elly Schlein, deputata fuoriuscita dal Pd nel periodo in cui Matteo Renzi era segretario ma che ora ha annunciato il suo ritorno.

Giuseppe Provenzano, uno dei rappresentanti della corrente di sinistra interna al partito, ha dichiarato che "si discute di anticipare la fine del congresso, ma la vera priorità è anticipare l'inizio. E bisogna decidersi: se vogliamo farla seriamente la Costituente, non si possono comprimere i tempi di questa prima fase di apertura e discussione sui temi. Semmai si possono ridurre i tempi delle primarie". Il rischio, secondo Provenzano, sarebbe di fare semplicemente una "conta sui nomi", una "scorciatoia sbagliata, che non risolverà i problemi", ma che almeno risparmierebbe al partito "le ipocrisie".

Tra le persone che più probabilmente saranno candidate come segretari ci sono Stefano Bonaccini e Elly Schlein, appunto, ma anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e forse l'europarlamentare Brando Benifei, 36 anni (uno in meno di Schlein), che sta insistendo sull'idea di un ricambio generazionale. Sono già ufficialmente in corsa, invece, l'ex ministra dei Trasporti nel secondo governo Conte Paola De Micheli e il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci.

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