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Elio Vito lascia Forza Italia e si dimette dal mandato parlamentare

L’annuncio di Elio Vito: “A seguito della mia decisione di lasciare Forza Italia, il partito nelle cui liste sono stato eletto, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare”.
A cura di Annalisa Girardi
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"A seguito della mia decisione di lasciare Forza Italia, il partito nelle cui liste sono stato eletto, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare": lo annuncia Elio Vito in un lungo post su Twitter, dopo che nei giorni scorsi aveva manifestato il suo dissenso per le scelte di alleanza del centrodestra a Lucca. "Forza Italia in questi mesi ha messo in atto e promosso la pratica deteriore del trasformismo, alimentando cambi di partito e di gruppo non motivati da ragioni ideali, valoriali, politiche ma da meri interessi personali, elettorali, di voti, di preferenze", ha proseguito.

E ancora, continuando ad attaccare il suo ormai ex partito. "Forza Italia ha perso la sua natura di movimento leaderistico, liberale e democratico. La sua classe dirigente si è chiusa in una gestione accentrata ed esclusiva del potere e le voci critiche sono state messe al bando, silenziate ed escluse dagli strumenti di comunicazione". Da mesi ormai Vito ha mostrato dissenso per le scelte della forza politica, come lui stesso racconta: "Già in occasione del voto di Forza Italia al Senato che determinò il non passaggio all'esame degli articoli del ddl Zan, e del vergognoso applauso che lo accompagnò, lasciai i miei incarichi di partito. Successivamente ho sperato, ho cercato, ho creduto che fosse ancora possibile una fase di confronto e discussione, un cambiamento all'interno del partito. Sono accadute, invece, due altre cose molto gravi che mi rendono impossibile continuare a militare in Forza Italia".

Quindi le ragioni dell'addio: "La prima riguarda le affermazioni di Berlusconi sull'aggressione russa dell'Ucraina che se da una parte sono state formalmente di condanna, dall'altra sono state elogiative di Putin, critiche verso le leadership occidentali e di comprensione verso presunte ragioni della Russia. Da ultimo, l'apparentamento a Lucca con formazioni estremistiche di destra. L'antifascismo è un valore costitutivo la Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga, soprattutto in questo momento storico, quando sono tornati gravi episodi di violenza squadrista. 

Infine, la conclusione: "Per far riavere fiducia nella politica, serve una buona politica, onesta, trasparente, leale incentrata su un confronto non ideologico, non animato da odio, da pregiudizi ma dal rispetto, dalla volontà di risolvere i problemi, di realizzare i diritti civili e sociali. Serve una politica che si divide su proposte di soluzione ai problemi ma si riconosce in valori comuni di libertà, democrazia, laicità, di appartenenza alle Istituzioni internazionali dell'Onu, della NATO, dell'Unione europea. Che si riconosca nella Costituzione antifascista. Ho questa lettera di dimissioni per rendere pubbliche le mie ragioni. Non ho la potenza di giornali e televisioni, potenza che non dubito continuerà ad essere usata. Ma resta e resterà la libertà, l'orgoglio, la dignità di avere servito il mio Paese e di avere difeso le mie idee".

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