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Elezioni politiche 2022

Elezioni, M5s: “Il Pd? Ci tratta da eretici. Regola del doppio mandato così come è ci indebolisce”

Il M5s non ha ancora deciso cosa intende fare con la regola del doppio mandato. Si aspetta la decisione ufficiale di Conte e Grillo. Intanto alcuni parlamentari pentastellati chiedono che la regola aurea venga modificata.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la caduta del governo Draghi, la campagna elettorale per le elezioni anticipate del prossimo 25 settembre è entrata ormai nel vivo, tra veti incrociati, porte chiuse e colpi bassi. Il Partito Democratico, dopo aver decretato la fine dell'alleanza con il M5s, perché il giudizio degli elettori sarebbe "lapidario", ha specificato però che lo stesso principio non vale a livello locale: "In tanti territori governiamo insieme, il M5S partecipa a un sacco di giunte guidate dal Pd. Non credo sia saggio minarne la stabilità", ha detto Francesco Boccia. Insomma, se a Roma la rottura è ormai "irreversibile", come ha detto il segretario del Pd Letta, in periferia si continua a lavorare insieme. O almeno questo è l'auspicio. Perché era stato lo stesso Conte, la scorsa settimana, a criticare la "politica dei due forni", riferendosi alle primarie per le regionali siciliane, poi vinte dall'eurodeputata dem Caterina Chinnici.

Ora le prese di posizioni dei dem, che vorrebbero appunto proseguire l'esperienza di governo con i pentastellati in Comuni e Regioni, proponendo una sorta di ‘doppio standard', lasciano interdetti molti parlamentari. "Gli elettori non capiscono ragionamento, ambivalente e ipocrita – dice a Fanpage.it la senatrice Alessandra MaiorinoIl punto è anche il modo sprezzante con cui ci hanno estromesso da qualunque tavolo, chiudendo a qualunque tipo di confronto. La posizione di Letta è irrazionale, ci tratta praticamente come degli eretici: invece di prostrarci davanti a Draghi abbiamo osato sollevare i 9 punti".

Il ‘campo largo', secondo Maiorino, è un "pot-pourri" realizzato per "mero calcolo addizionale. Però il nostro 10% puzza, perché noi siamo gli unici veri progressisti. Piuttosto vorrebbero imbarcare di tutto, da Speranza a Calenda, con le sue idee iperliberiste, e poi Gelmini, Carfagna, Brunetta. Noi rilanciamo il campo progressista, l'agenda dell'Italia, quella delle persone che stentano ad arrivare a metà mese, dei precari, delle aziende che stanno chiudendo perché si sono fidate dello Stato".

"Mi lascia basito il fatto che a livello nazionale ci dicano che siamo irresponsabili, e però poi sottolineano che l'alleanza funziona a livello locale – ha detto a Fanpage.it il senatore Gianmauro Dell'Olio – Penso a questo punto che la decisione di non fare alcuna alleanza a livello centrale sia dettata da condizioni di opportunità politica e di partito, perché ci vedono come dei competitor. Non è un bel segnale", ha commentato. "Credo sia stato invece inaffidabile il Pd, che quando il ministro Patuanelli non ha firmato in Cdm il decreto in cui c'era l'inceneritore non ha chiesto di togliere quella norma", ha aggiunto.

Per la deputata Vittoria Baldino con il Pd bisogna invece mettersi d'accordo sui temi: "Noi saremo sempre quelli che hanno tolto la fiducia a Draghi, a Roma, in Sicilia o nel Lazio. È necessario un chiarimento, soprattutto in quelle Regioni in cui dovremo affrontare una campagna elettorale. Ho apprezzato molto che il presidente Conte abbia preteso chiarezza dal Pd il giorno prima delle primarie del centrosinistra in Sicilia, prima di conoscere il risultato, che comunque era incerto, e i voti andati a Floridia lo confermano".

Il dogma del secondo mandato

La regola del doppio mandato potrebbe non essere più un caposaldo del Movimento. Anche questo elemento ha avuto un peso determinante nella scissione dei dimaiani, che hanno costituito il nuovo gruppo, Insieme per il Futuro. Il Garante Beppe Grillo potrebbe concedere alcune deroghe, che potrebbero permettere a esponenti storici, come la vicepresidente del Senato Paola Taverna, l'ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede o il presidente della Camera Roberto Fico, di ricandidarsi. E Conte cosa farà? Si aspetta ancora una dichiarazione ufficiale da parte del leader, che possa sciogliere il nodo. Ma bisogna fare in fretta, perché le liste vanno chiuse, e non è detto che ci sia tempo per consultare gli iscritti. I tempi per eventuali parlamentarie sono molto stretti, in pieno agosto sarà difficile organizzarle e rispettare tutti i passaggi burocratici previsti.

Gli iscritti potrebbero essere consultati in una fase successiva, ma i nomi deve sceglierli Conte, secondo Vittoria Baldino: "Credo che l'esperienza di questa legislatura, e di quella passata, ci debba insegnare qualcosa sulla selezione della classe dirigente. Penso sia il caso che decida il presidente chi candidare. Il meccanismo della rotazione è sacrosanto, ma è sano se si crea una struttura territoriale in grado di far crescere la base del Movimento, che la prepari ad affrontare un mandato nelle istituzioni".

Sul doppio mandato comunque "Beppe Grillo troverà una soluzione insieme a Giuseppe. Ad oggi ufficialmente non c'è alcun tipo di deroga prevista", ha assicurato Baldino.

"Io sono al primo mandato –  ha detto Alessandra Maiorinomi potrebbe anche convenire che la regola venisse mantenuta. Invece in tempi non sospetti chiedevo che la parola venisse data alla nostra base e ai nostri iscritti, invece di far calare esternazioni dall'alto tramite tweet. In questo caso però potrebbero mancare i tempi tecnici. Comunque non vanificare l'esperienza significa anche questo, dare la possibilità agli eletti di mettersi a disposizione anche in istituzioni diverse".

In ogni caso la regola del doppio mandato, "tagliata con l'accetta", per Maiorino è "follia": "Se valesse per tutti i partiti sarebbe un conto, ma vale soltanto per il M5s. Questo ci indebolisce e rende inutili le competenze acquisite con tanta fatica".

Per il deputato Francesco Silvestri invece non ci sono dubbi, questo pilastro è una di quelle regole che "ti distinguono dal resto della politica. E credo che sia questa la direzione senza alcun dubbio", al netto di due o tre deroghe che possono essere concesse. Ma il principio deve rimanere.

Il ritorno di Di Battista?

Sabato Alessandro Di Battista ha detto di aver avviato una riflessione per un suo possibile ritorno in Parlamento, e a questo punto non è da escludere una sua candidatura, dopo il suo addio al Movimento che ha coinciso con la scelta dei grillini di stare nella maggioranza Draghi. "In questa fase così delicata chiunque voglia dare un contributo è il benvenuto. Però se il mood è spaccare lo spogliatoio o avanzare pretese, penso faccia male", ha detto Baldino. "Fa bene al Movimento chiunque voglia dare un contributo con generosità. Fa male chi maschera il contributo con l'egoismo. Se Alessandro vuole dare un contributo generoso al M5s nessuno potrà dire di no", ha aggiunto.

"Non ho idea di cosa voglia fare Di Battista – ha detto il senatore Dell'Olio interpellato sul punto – Chiunque ha voglia di dare una mano al M5s è ben accetto, indipendentemente dal nome e dal cognome che porta. Non abbiamo bisogno di leader, abbiamo bisogno di persone che lavorano. L'uomo solo al comando a me non è mai piaciuto. Io non sono né con Conte né con Di Maio, sono con il M5s. Fin quando Conte continuerà a portare avanti i progetti del M5s mi avrà al suo fianco. Il M5s non si deve personificare con nessuno, né con Conte, né con Di Maio, né con Di Battista. Beppe Grillo l'ha creato, e di questo gliene siamo grati, ma il Movimento è un'entità che deve andare avanti indipendentemente da chi lo guida".

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