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Draghi al G7: “Evitiamo gli errori del 2008, crisi energetica non produca ritorno dei populismi”

“Dobbiamo evitare gli errori commessi dopo la crisi del 2008: la crisi energetica non deve produrre un ritorno del populismo”: lo ha detto Mario Draghi al G7 in corso in Baviera.
A cura di Annalisa Girardi
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Non dobbiamo commettere nuovamente gli errori della crisi del 2008. Quella che stiamo vivendo, la crisi energetica, non deve produrre un ritorno dei populismi. Sono le parole che Mario Draghi ha pronunciato durante il vertice del G7 al castello di Elmau, in Baviera. Il presidente del Consiglio ha sottolineato agli altri leader mondiali come oggi abbiamo tutti gli strumenti necessari per evitare che questo avvenga: "Dobbiamo mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia, compensare le famiglie e le imprese in difficoltà, tassare le aziende che fanno profitti straordinari", ha detto. E in questo modo, appunto, evitare una nuova ascesa dei populismi.

Il summit ha chiaramente riguardato la guerra in Ucraina e la crisi economica mondiale che questa ha innescato, soprattutto per quanto riguarda i prezzi delle materie prime e dell'energia. "Anche quando i prezzi dell'energia scenderanno, non è pensabile tornare ad avere la stessa dipendenza della Russia che avevamo. Dobbiamo eliminare per sempre la nostra dipendenza dalla Russia", ha detto ancora Draghi durante il vertice in Germania.

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I leader hanno anche parlato della crisi alimentare, che sta colpendo specialmente le zone più povere del pianeta, largamente dipendenti dal grano ucraino, che rimane però bloccato nei porti. Chiedendo agli altri capi di Stato e di governo di accelerare sul tema della sicurezza alimentare, Draghi ha sottolineato: "È essenziale sbloccare il grano in Ucraina molto prima di metà settembre, quando arriverà il nuovo raccolto. Dobbiamo dare tutto il nostro sostegno alle Nazioni Unite, perché possa procedere più velocemente nel suo lavoro di mediazione".

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Infine, il presidente del Consiglio ha messo sul tavolo un altro tema su cui l'Italia continua ad insistere. Cioè quello del price cap europeo, il tetto al prezzo del gas a livello Ue. "Mettere un tetto al prezzo dei combustibili fossili importati dalla Russia ha un obiettivo geopolitico oltre che economico e sociale. Dobbiamo ridurre i nostri finanziamenti alla Russia. E dobbiamo eliminare una delle principali cause dell’inflazione", ha detto durante la prima sessione dei lavori. Il tema era già finito nei giorni scorsi sul tavolo del Consiglio europeo, che però, nonostante l'insistenza dell'Italia, aveva preferito rimandare la discussione al prossimo autunno.

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