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Elezioni politiche 2022

Di cosa hanno parlato Enrico Letta e Giorgia Meloni nel loro confronto faccia a faccia

Guerra, fisco, immigrazione. Tanti i temi toccati nel confronto a 360 gradi tra Enrico Letta e Giorgia Meloni in vista delle elezioni del 25 settembre.
A cura di Annalisa Girardi
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Tanti i temi toccati nel confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, i leader delle due principali coalizioni che si presentano alle elezioni del 25 settembre. L'evento, organizzato dal Corriere della Sera, ha visto il segretario del Partito democratico e la presidente di Fratelli d'Italia faccia a faccia in un dibattito a 360 gradi.

La prima questione toccata è quella della guerra tra Russia e Ucraina, in questi giorni in cui è in atto la controffensiva di Kiev. Letta ha ribadito il sostegno alle sanzioni a Mosca, sottolineando che stanno funzionando, mentre Meloni ha assicurato che con un governo di centrodestra non cambierà il sostengo agli ucraini che l'Italia ha garantito in questi mesi. La leader di FdI, parlando della crisi energetica, ha anche affermato che l'Italia deve difendere i suoi interessi nazionali nell'Unione europea.

Letta ha ribadito la posizione europeista del suo partito, accusando Meloni di voler modificare il Pnrr mettendo così a rischio le risorse europee. "Il messaggio è che siamo inaffidabili e io sono contro questa idea di un'Italia inaffidabile. Quei soldi ci sono e vanno usati bene, mantenendo i capisaldi. Come la clausola di salvaguardia per il 40% dei fondi al Sud", ha detto. La replica: "Penso che i soldi del Pnrr siano un'occasione e vadano spesi nel migliore dei modi ma non possiamo non considerare, come previsto, che si possa aggiornare".

I due leader sono poi tornati al tema delle bollette. Meloni ha ripetuto che lo scostamento di bilancio deve essere l'ultima spiaggia, Letta ha insistito per bloccare subito le bollette per poi parlare di crediti di imposta alle imprese energivore, tetto al prezzo del gas, e il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello delle altre energie.

Parlando di evasione fiscale, Letta ha definito la lotta all'economia sommersa una priorità e Meloni ha assicurato che non c'è nessun condono nel suo programma elettorale. "La situazione dei conti pubblici non è ottima e forse chi ha governato negli ultimi dieci anni una parte di responsabilità ce l'ha", ha aggiunto la leader di FdI parlando della necessità di tagliare le tasse.

Quindi il dibattito si è spostato sulla questione migratoria. "Distinguere i profughi dai migranti: altrimenti c'è il disastro. Serve una missione europea che tratti con la Libia per impedire la partenza dei barconi, per aprire gli hotspot e valutare là chi può venire e chi no. Poi c'è l"immigrazione che si regola con i decreti flussi per fare entrare legalmente le persone di cui abbiamo bisogno. La sinistra invece ha azzerato queste quote perché occupate dagli illegali", ha detto Meloni. Letta ha replicato: "Mi stupisce che non abbia parlato di blocco navale, si vede che è palese che è una cosa che non si può fare. La questione migranti deve essere gestita a livello europeo e su questo c'è una lunga tradizione di voto all'unanimità. Senza togliere il diritto di veto non troveremo mai una soluzione. Serve una politica comune in cui tutti ridistribuiscono i flussi". Infine, ha rilanciato la necessità di riformare la legge sulla cittadinanza sullo ius scholae.

Sulla giustizia Meloni ha detto che serve una riforma più coraggiosa: "Serve una riforma della giustizia più coraggiosa da quella che abbiamo visto in questi anni. Serve una riforma del Csm perché c'è un problema di eccessivo strapotere delle correnti della magistratura. Serve una separazione delle carriere in magistratura, velocizzare i processi, avere tempi certi e la certezza della pena".

Sul presidenzialismo Letta ha aggiunto che un sistema basato sui pieni poteri non funziona: "Berlusconi ha spiegato che il centrodestra, introdotto il presidenzialismo, avrebbe dato il benservito al presidente della Repubblica. È evidente che iniziare così il dibattito è il modo peggiore. La Costituzione ha salvato l'Italia per 75 anni. Io vado ogni tanto a rileggerla, l'idea che venga stravolta la Costituzione è contraddetta dalla storia di questo anno e mezzo: con questo sistema Draghi e il governo Draghi hanno funzionato".

Concludendo, Meloni ha proseguito: "Io mi considero una conservatrice e non credo che un motto mazziniano come ‘Dio, patria e famiglia' vada a cozzare con la modernità. Significa difendere una identità. La patria, la famiglia e anche l'identità religiosa sono fondamentali, pur credendo nel valore della laicità dello Stato". Letta ha replicato: "Sui diritti tanta gente in Italia ha paura della vittoria della destra e di tornare indietro".

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