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Covid 19

Dal medico di base restano le mascherine, le nuove norme: obbligo per sintomatici e in inverno

In un’intervista a Fanpage.it il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti spiega come cambieranno le regole negli ambulatori medici sull’utilizzo delle mascherine.
A cura di Annalisa Cangemi
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Da ieri, 1 maggio, sono scattate le nuove regole sull'uso delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa. In generale l'obbligo è rimasto solo in alcuni ambiti e situazioni, come reparti sanitari che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, "specialmente se ad alta intensità di cura". Dovranno indossare i dispositivi di protezione anche utenti e visitatori delle "strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti".

Le nuove regole in tutti gli altri reparti e nelle sale d'attesa danno la possibilità alle singole Direzioni Sanitarie di valutare le norme più adeguate, per esempio stabilendo l'obbligo di mascherina per i soggetti sintomatici. Nessun obbligo invece negli spazi delle strutture al di fuori dei reparti. Le mascherine inoltre non devono essere indossate da bambini al di sotto dei sei anni, da persone con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina, e da persone che devono comunicare con una persona con disabilità.

Mentre per quanto riguarda gli ambulatori medici, "la decisione sull'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta", prescrive l'ordinanza del ministro della Salute Schillaci. I medici di medicina generale stanno appunto definendo un documento che contiene indicazioni generali sulle norme anti Covid negli ambulatori, alla luce anche del mutato contesto epidemiologico e dell'allentamento delle misure.

Queste linee operative sono state messe nero su bianco e verranno a breve sottoposte al ministero della Salute, ma nell'attesa, spiega la Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), le mascherine "vanno mantenute".

Nel documento, che la Fimmg sta perfezionando in queste ore insieme alla Fimp, Federazione italiana medici pediatri, e che sarà sottoposto agli iscritti delle due Federazioni, vengono condivisi i criteri scientifici e le linee guida, con la raccomandazione di applicarli, ove possibile, in modo omogeneo negli studi medici. Si tratta di procedure e buone pratiche che sono maturate nell'esperienza della pandemia, che sono considerate efficaci per prevenire o diminuire non solo il rischio di trasmissione del Covid-19, ma anche di altre malattie infettive.

Queste linee operative sono legate anche alle situazioni logistiche dei singoli ambulatori, ma non solo: tengono non solo del contesto organizzativo, ma anche del criterio epidemiologico. "È importante verificare che spazi ci sono, quante sono le sale d'attesa a disposizione, se hanno finestre e se è possibile areare gli ambienti all'interno dello studio. Poi si deve valutare il quadro epidemiologico a seconda del periodo dell'anno. È vero che l'ordinanza del ministro lascia alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta la decisione sull'utilizzo delle mascherine, ma questa non deve essere presa nel segno dell'anarchia", ha detto il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, contattato da Fanpage.it.

"Abbiamo già una bozza pronta, ci siamo sentiti con il ministero, condivideremo il documento per la validazione da parte delle istituzioni,  l'Iss o il Dipartimento di Prevenzione. Noi medici di famiglia siamo le prime ‘sentinelle', siamo coloro che per primi ci rendiamo conto della diffusione di malattie contagiose, siano esse malattie stagionali o eventuali nuove epidemie come il Covid-19. Qualora il medico si rendesse conto dell'esistenza sul suo territorio di malattie che possono essere trasferite attraverso le vie respiratorie, per tutelare la presenza di soggetti fragili, stabilirà l'accesso al suo ambulatorio solo con mascherina", ha spiegato.

Quando saranno obbligatorie le mascherine negli studi medici?

Diffondere queste indicazioni ai medici di famiglia sul territorio servirà a evitare confusione tra i cittadini, per fare in modo ad esempio che all'interno dello stesso ambulatorio non vi siano più sanitari che adottino magari regole differenti con i loro pazienti.

Secondo la Fimmg i medici di famiglia dovrebbero tenere conto della presenza di soggetti sintomatici, coloro che hanno una malattia respiratoria in corso, con mal di gola, raffreddore o tosse, e a loro chiedere di indossare le mascherine, per scongiurare il rischio di infettare i fragili. Ma dovrebbero anche stabilire nei loro studi l‘obbligo di mascherina per tutti in alcuni periodi dell'anno più ‘caldi', da ottobre a marzo, quando normalmente si raggiunge il picco dell'influenza stagionale, perché in questo caso si tiene conto della possibile esistenza di pazienti asintomatici. E questo naturalmente prescinde dalla caratteristiche logistiche dei singoli studi medici.

In ogni caso il singolo medico potrà sempre decidere di consigliare l’utilizzo del dispositivo di protezione ai pazienti fragili, oncologici o immunodepressi, indipendentemente dalla stagionalità e dall’andamento epidemiologico delle malattie infettive trasmissibili. Anche negli studi medici naturalmente, così come è stato fino ad ora, saranno sempre esclusi dall'obbligo i bambini sotto i 6 anni.

Le altre raccomandazioni della Fimmg ai medici di base

Oltre a questo agli ambulatori si prescrive di continuare con l'igienizzazione delle mani con gel disinfettante: "Non è pensabile che i medici tornino a lavorare senza mascherine e senza guanti – ha aggiunto Scotti a Fanpage.it – Ci sono studi che dicono che le mascherine non servono più di tanto, ma francamente, le norme di comportamento utilizzate durante questi ultimi anni hanno dimostrato che abbiamo avuto il Covid-19, ma l'influenza stagionale è drasticamente diminuita in quella fase. Quindi manteniamo un atteggiamento che tuteli i nostri assistiti".

La Federazione raccomanda inoltre ai suoi iscritti di differenziare i percorsi di accesso agli studi per i pazienti che presentano sintomi respiratori e di far indossare i dispositivi di protezione anche al personale di studio. Raccomanda inoltre di sottoporre o far sottoporre a tampone diagnostico rapido chiunque presenti sintomatologia respiratoria con obbligo di utilizzo della mascherina in caso di visita in studio, prediligendo modalità di accesso su appuntamento. "Noi abbiamo sempre visitato senza avere l'obbligo del tampone, se no avremmo dovuto chiudere gli studi. Cchiaramente la possibilità per i medici di famiglia di effettuate i tamponi sarebbe un valore aggiunto, anche per la prevenzione del contagio. Ma ovviamente non c'è la possibilità di fare tamponi a tappeto", ha concluso Scotti.

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