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Da giugno via libera ai vaccini in azienda: quali sono le priorità tra i lavoratori

A partire da giugno, se arriveranno tutte le dosi previste, si potrà procedere con le somministrazioni dei vaccini anti-Covid anche nelle aziende. È già pronto un documento dell’Inail che spiega come procedere e le priorità da rispettare tra i lavoratori. Ad esempio, si dovrà dare la precedenza a chi è a contatto con il pubblico rispetto a chi è in smart working. Vediamo come funzionerà.
A cura di Annalisa Girardi
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Se a giugno arriveranno tutte le dosi di vaccino anti-Covid previste, a partire dal mese prossimo potranno prendere il via le somministrazioni in azienda. È già pronto il documento dell'Inail, redatto insieme ai tecnici dei ministero di Salute e Lavoro e alla Conferenza delle Regioni, in cui viene indicato l'ordine da seguire per le vaccinazioni in azienda. Come ha precisato il commissario per l'emergenza straordinaria, il generale Francesco Figliuolo, si potrà procedere con le vaccinazioni in azienda solo dopo aver messo al sicuro le categorie più a rischio, a partire dagli over 65 e i più fragili. Una volta fatto questo, bisognerà seguire un ordine di priorità anche per quanto riguarda i vaccini sul luogo di lavoro.

"L'idea è di dare da giugno un via libera in maniera parallela, ovvero su tutte le classi d'età, e multipla, aprendo nuovi hub come nelle aziende", ha precisato il commissario.  L'industria alimentare, il comparto della raccolta rifiuti, il settore dei trasporti, dei servizi postali, della ristorazione, del turismo e del commercio al dettaglio (ma anche i supermercati) sono alcuni dei settori in cima alla lista delle priorità per quanto riguarda il vaccino in azienda. Il gruppo di lavoratori a cui va data la precedenza si compone, come ha spiegato il Corriere della Sera, di circa 6 milioni e 840 mila persone, anche se va considerato che diversi potrebbero essere già stati vaccinati visto il criterio dell'età. Va poi tenuto in considerazione il fatto che sono già state somministrate le dosi a tutti gli operatori sanitari, alle forze dell'ordine e al personale della scuola.

Ad ogni modo,dopo queste categorie prioritarie è previsto un secondo elenco in cui vengono indicate quelle attività dove il rischio di contatto e aggregazione è minore e che riguarda quasi 6 milioni di persone. Anche in questo caso, va tenuto conto che diverse sono già state vaccinate. È in questo secondo gruppo che sono inseriti anche i religiosi (parrocchie, oratori e monasteri). C'è poi una terza categoria (circa 5 milioni di lavoratori) che comprende i dipendenti a contatto con il pubblico, che avranno la precedenza su coloro che stanno invece lavorando da remoto.

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