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I costi del Ponte sullo Stretto, perché in realtà ci vorranno più di 13,5 miliardi di euro

Il Ponte sullo stretto di Messina costerà, secondo il governo Meloni, 13,5 miliardi di euro. Ma considerando i progetti collegati, la spesa supererà – come minimo – i 15 miliardi di euro. Un decreto del ministero dei Trasporti ha dato un nuovo impulso al progetto: i lavori di inizio della grande opera dovrebbero partire entro l’estate del 2024.
A cura di Luca Pons
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Il costo del Ponte sullo stretto di Messina è definito: secondo il governo Meloni sarà di 13,5 miliardi di euro. Questa è la stima emersa dalla commissione Trasporti e Ambiente della Camera, che ha analizzato il decreto-legge del 31 marzo 2023 n.35, firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo alcune verifiche effettuate dal Mit rispetto al testo approvato in precedenza, lo scorso 16 marzo. La cifra è uguale a quella inserita nel Def, ma non tiene conto di una serie di costi tecnici, né di 1,1 miliardi di euro necessari per le opere complementari e di connessione ferroviaria. Complessivamente, quindi, è già certo che serviranno almeno 15 miliardi di euro. Per quanto riguarda i tempi, il governo ha detto che questi avranno il via ufficiale entro l'estate del 2024. Dopodiché dovrebbero servire tra i cinque e i sei anni per la realizzazione.

Nonostante sia una delle infrastrutture più discusse degli ultimi 50 anni, il ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini ha annunciato il Ponte come un'opera da record. Enfatizzando i potenziali vantaggi per l'ambiente, il Mit ha definito il Ponte un'opera green: decisione contestata da numerose associazioni ambientaliste in un'audizione alla Camera, dove il progetto è stato indicato come "inutile e dannoso". Oltre ai costi e all'impatto ambientale, altri dubbi legati alla realizzazione riguardano anche il contesto idrogeologico dello Stretto di Messina.

I costi del Ponte sullo Stretto previsti dal governo

Nel 2011, il costo del Ponte sullo Stretto era fissato a 8,5 miliardi. Nel Documento di economia e finanza il governo Meloni ha inserito la sua prima stima precisa sul costo aggiornato: 13,5 miliardi di euro, per l'opera in sé. A questi vanno aggiunti 1,1 miliardi di euro per i collegamenti ferroviari, che saranno di competenza di Ferrovie dello Stato, e una cifra più bassa ma indefinita per le connessioni stradali. La cifra quindi dovrebbe aggirarsi attorno ai 15 miliardi di euro, per l'intero progetto. L'aumento è dovuto soprattutto all'inflazione e al cambio di materiali, ha spiegato il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi.

Al momento non è chiaro da dove verranno questi fondi. Nel passaggio in commissione alla Camera, poi, la stima è stata in un certo modo rivista. La stima di 13,5 miliardi di euro è stata mantenuto, ma escludendo alcuni aspetti. In particolare, non si tiene conto degli "oneri finanziari" per ricompensare "i capitali apportati dall'investitore privato", e neanche gli oneri che servono "all'adeguamento del progetto esecutivo". Spese tecniche che non vengono quantificate e sono quindi escluse dal conto dei 13,5 miliardi.

I prezzi, poi, saranno aggiornati definitivamente quando arriverà l'approvazione dell'opera da parte del Cipess, un dipartimento della presidenza del Consiglio dei ministri. Le opposizioni hanno sottolineato che, se questa approvazione dovesse arrivare più tardi di quanto previsto, i costi potrebbero aumentare e superare i 13,5 miliardi preventivati. Al contrario, Rixi ha assicurato che la rimodulazione delle spese "evita extraprofitti per l'azienda coinvolta" (WeBuild, ex Salini, che fa parte del consorzio Eurolink) e garantisce "tempi e costi congrui".

Le stime del governo sui tempi di realizzazione

Il governo ha garantito che il progetto esecutivo del Ponte, ovvero l'ultimo passaggio prima che i lavori possano definitivamente iniziare, sarà approvato entro il 31 luglio 2024. Per quanto riguarda i tempi per la realizzazione, invece, in passato i progetti elaborati per il Ponte avevano stimato la durata dei lavori in 70 mesi. Si tratterebbe quindi di poco meno di sei anni. Se i lavori dovessero procedere senza intoppi, quindi, nelle previsioni del governo il cantiere per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina dovrebbe aprire prima della fine dell'estate nel 2024. La previsione indicherebbe la fine dei lavori nel 2030, ma il ministro Salvini ha detto che arriverà nel 2032.

Quanto ci è già costato il Ponte

Il progetto del Ponte sullo Stretto ha una storia lunga più di cinquant'anni, la società Stretto di Messina Spa esiste da più di quaranta (da 1981) e il consorzio Eurolink vinse l'appalto per realizzarlo quasi vent'anni fa (nel 2005). In questo tempo, quindi, si sono accumulate numerose spese in seguito ai molti tentativi falliti di costruire il Ponte.

Innanzitutto, la società Stretto di Messina Spa: fondata nel 1981, fu messa in liquidazione nel 2013 dal governo Monti. Da allora, vi è rimasta per dieci anni, prima che il governo Meloni la riattivasse. Per tutto questo tempo, la gestione della società è stata affidata a un commissario liquidatore, Vincenzo Fortunato. La stessa società nel 2013 chiese allo Stato di risarcire 325 milioni di euro – pari circa al suo patrimonio danneggiato con la liquidazione. Il governo Monti stanziò 300 milioni di euro per coprire le richieste.

La liquidazione non è mai stata completata. Nel 2021 la società è costata 451mila euro, e l'anno prima 710 mila. Come emerge consultando i bilanci, ha speso 214mila euro nel 2021 per il suo personale distaccato, che è composto da una persona e, "in misura limitata", altre quattro. Da quando è in liquidazione la Stretto di Messina Spa non ha più personale dipendente, ma continua a pagare il personale che lavora per la procedura liquidatoria, e negli anni precedenti il costo era anche maggiore (1,2 milioni di euro nel 2014, il primo anno dopo la liquidazione, e poi a scendere). Fortunato, in più, ha avuto tra i 100mila e i 120mila euro all'anno come emolumento per la gestione.

Uno dei motivi per cui la società è ancora attiva è che è in corso una causa legale proprio con il consorzio Eurolink, che dopo la liquidazione fece causa chiedendo che il governo e la Stretto di Messina Spa lo risarcisse per danni pari a circa 700 milioni di euro. Al momento la causa è ancora in corso, anche se potrebbe essere ritirata a seguito del nuovo inizio dei lavori. La società, comunque, continua a pagare le spese per la sua difesa legale: 55mila euro, nel 2021.

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