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Cos’è “Prima l’Italia” e quanto c’è di vero sulla fusione tra Lega e Forza Italia

Logo blu, tricolore e un nome: “Prima l’Italia!”. È il simbolo depositato da Matteo Salvini per un nuovo movimento politico che punta ad unire Lega e Forza Italia in Sicilia.
A cura di Giacomo Andreoli
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Logo blu, tricolore e un nome: "Prima l'Italia!". È il simbolo depositato da Matteo Salvini per un nuovo movimento politico che si presenterà alle prossime elezioni amministrative in Sicilia. L'operazione punta ad unire al livello locale le forze del centrodestra in un'unica lista, a partire dal Carroccio e dai moderati di Forza Italia. Una scelta, però, che sta facendo infuriare diversi leghisti del Nord, a partire da Umberto Bossi, che chiede rispetto per il Settentrione. La vecchia guardia del partito, nonostante non sia la prima volta che il leader crei simboli nuovi associati alla Lega (basti pensare alla lista "Salvini Premier"), protesta contro qualcosa che allontana sempre più il Carroccio dal secessionismo nordista.

Secondo l'ex assessore leghista del Veneto Marino Finozzi "questo simbolo non può in nessun modo essere compatibile con i 30 anni di storia della Lega Nord" e per questo "Luca Zaia" sarebbe "l'ultima speranza" per il partito. Rincara la dose Gianantonio Da Re, eurodeputato della Lega ed ex segretario trevigiano. "La Sicilia – dice a Il Gazzettino- sarà anche un laboratorio politico, ma stiamo attenti. Sento parlare di fusione tra Lega e Forza Italia. Ricordo a tutti che in politica tre più tre non fa mai sei, ma quasi sempre due e mezzo".

Il nuovo simbolo siciliano può davvero anticipare un'unione tra il Carroccio e Forza Italia al livello nazionale? Salvini e Berlusconi ne discutono da mesi e negli ultimi giorni si è tornati a parlare in maniera insistente di questa prospettiva. D'altronde c'era stata la proposta di federazione lanciata dal leader della Lega a gennaio e l'idea del "partito unico" del numero uno di Forza Italia della scorsa estate. Ma a frenare gli entusiasmi dei due c'è sempre l'area centrista del partito berlusconiano, che non gradisce un avvicinamento troppo forte con i movimenti nazionalisti. In un'intervista a Il Messaggero la ministra per il Sud, la forzista Mara Carfagna, spiega oggi che "un conto sono gli scenari locali, dove la sperimentazione di formule è un fatto consueto, un conto è lo scenario italiano". Quindi l'affondo contro Salvini. "Sono sempre stata convinta, anche quando il vento gonfiava le vele populiste- dice– che il ruolo dei moderati vada valorizzato, non minimizzato con qualche nome qua e là in una lista determinata da altri. Un'eventuale lista unica nazionale avrebbe risultati inferiori rispetto alla somma di Forza Italia e Lega".

Non la pensa allo stesso modo il sondaggista Nicola Piepoli, presidente dell'omonimo Istituto di rilevazioni statistiche. Secondo lui la fusione tra i due partiti potrebbe raccogliere anche il 30% dei consensi, maggiore della somma dei voti dei due (stimati rispettivamente attorno al 17% e l'8%).

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