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Cos’è il fringe benefit da 3000 euro che le imprese possono dare ai loro dipendenti

Il fringe benefit da 3000 euro previsto dal decreto Aiuti quater del governo Meloni sarà valido solo fino a fine 2022. Se un’azienda decide di erogarlo in busta paga, deve raccogliere le copie delle bollette dei dipendenti o un’autocertificazione apposita.
A cura di Luca Pons
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Il fringe benefit è per definizione un "beneficio accessorio": una sorta di bonus esentasse offerto da un'azienda ai propri dipendenti, come lo è anche il buono pasto, lo sconto sui propri prodotti o l'utilizzo di un'auto aziendale. Il decreto Aiuti quater del governo Meloni ha alzato la cifra massima di denaro che un'impresa può erogare come "beneficio accessorio": per il 2022, il fringe benefit esentasse può arrivare fino a 3mila euro.

La soglia annuale era di 258,23 euro, ma il governo Draghi con il decreto Aiuti bis l'aveva già alzata a 600 euro. Un'altra novità, introdotta dal governo Draghi e mantenuta anche adesso con il nuovo decreto Aiuti quater del governo Meloni, è che il fringe benefit si può dare anche per aiutare a pagare le bollette di acqua, luce e gas, o anche le spese di condominio come il riscaldamento.

Come funziona il fringe benefit da 3000 euro in busta paga

Il fringe benefit da 3mila euro è quindi un bonus mirato ad affrontare l'aumento dei costi dell'energia. Lo possono distribuire solo le aziende private, ai dipendenti e a chi ha un reddito assimilato a quello di lavoro dipendente. Non si applica, perciò, a chi lavora nelle pubbliche amministrazioni. Va ricordato, comunque, che le aziende non sono obbligate a farne uso: è una scelta del datore di lavoro usufruire o meno della possibilità di erogare il benefit.

Al di sotto della soglia di 3mila euro, il bonus è esente da tasse sia per l'azienda, che lo deduce dai propri redditi, sia per il dipendente, che non lo conteggia nel proprio reddito imponibile. Se supera la soglia, invece, viene tassato interamente, anche includendo i 3mila euro ‘regolari'.

Si applica alle utenze domestiche, che come detto includono bollette dell'acqua, dell'energia elettrica e del gas, ma anche le spese condominiali che vengono condivise tra i condòmini, come riscaldamento e acqua. In più, il fringe benefit può essere usato anche da chi è in affitto se le bollette sono intestate al proprietario di casa, ma il contratto prevede che vengano pagate dall'inquilino. In questo caso deve essere esplicitamente detto nel contratto che le bollette non vengono pagate con una somma di denaro fissa al mese, ma proprio in base ai consumi.

Una circolare dell'Agenzia delle Entrate ha già specificato che le utenze domestiche in questione possono anche essere quelle del coniuge o dei familiari del dipendente interessato, a prescindere che siano conviventi, ma è necessario che sia il dipendente a pagare effettivamente quelle bollette.

Il rialzo della soglia annuale a 3mila euro è valido solo fino a fine 2022. Poi, a meno di interventi del governo, dovrebbe tornare alla soglia originaria di 258,23 euro. Il fringe benefit potrà essere erogato fino al 12 gennaio 2023 dalle aziende, e potrà anche essere riferito a bollette emesse nei primi giorni del 2023, ma i consumi contenuti nelle bollette dovranno essere avvenuti comunque entro il 31 dicembre 2022.

Come richiedere il fringe benefit da 3000 euro

Il fringe benefit da 3mila euro può essere erogato dall'azienda a discrezione del datore di lavoro. Nel caso in cui si decida di farlo, bisogna acquisire la giusta documentazione e poi conservarla, per eventuali controlli. In particolare, è responsabilità del datore di lavoro raccogliere le copie delle fatture e bollette dei dipendenti.

In alternativa, si può richiedere un'autocertificazione in cui il lavoratore attesta di avere le fatture necessarie: bisogna indicare i dati necessari a rintracciarla, come il numero di bolletta, l'intestatario, la tipologia di utenza, l'importo pagato, la data e le modalità di pagamento.

In più, serve anche una dichiarazione in cui il dipendente dice esplicitamente di non aver presentato le stesse bollette per chiedere altri rimborsi, anche pressi altri datori di lavoro. Questo serve per evitare che qualcuno possa ricevere più di un fringe benefit per le stesse spese.

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