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Opinioni

Cosa è successo fra Conte, Grillo e Draghi e che conseguenze avrà sul governo

Il caso del momento: le parole che Draghi avrebbe confidato a Grillo sull’inadeguatezza di Conte e la “richiesta” di rimuoverlo dalla guida del M5s. Proviamo a capire come stanno le cose e cosa accadrà ora.
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La vicenda ormai la conoscete, pur nelle diverse versioni che circolano in queste ore. Cominciamo dai punti fermi. Beppe Grillo ha confermato di avere frequenti interlocuzioni con il Presidente del Consiglio Mario Draghi, con il quale avrebbe costruito un rapporto di profonda stima e collaborazione. In uno di questi confronti, Draghi si sarebbe lasciato andare a considerazioni non proprio benevole nei confronti del capo politico del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, considerandolo un problema per la coesione del governo.

Il diavolo è nei dettagli, recita un vecchio adagio, e in questa storia tanti dettagli non tornano. Il sociologo De Masi, che ha dato vita a questo caos con le interviste a Un Giorno Da Pecora e a Il Fatto Quotidiano, sostiene che Grillo abbia parlato di pressioni ricevute da Draghi per rimuovere “l’inadeguato Conte” dalla guida del Movimento 5 Stelle. Una versione rilanciata dallo stesso Conte, che ha rivelato di aver parlato direttamente con Beppe Grillo, ricevendo la conferma di quella che considera un’ingiustificabile intromissione nelle dinamiche interne a un partito da parte di un “premier tecnico”.

Grillo, che in un primo momento aveva parlato di “storielle da giornalisti”, si è trincerato dietro gesti incomprensibili (con le agenzie costrette a interpretare “eloquenti gesti delle mani”), senza contraddire esplicitamente la versione contiana.

La telefonata fra Conte e Draghi

Draghi ha fatto sapere di aver parlato al telefono con Conte e di aver “cominciato un chiarimento” che sarà oggetto di un incontro a breve. Anche in questo caso, si noti bene, non c’è stata alcuna smentita degna di questo nome. Del resto: come potrebbe Grillo dare del bugiardo a Conte? Come potrebbe Draghi dare del bugiardo a Grillo, suo principale alleato nel M5s?

(Aggiornamento ore 20:40 – Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che Draghi "non ha chiesto la rimozione di Conte", una comunicazione stringata che arriva con enorme ritardo e che serve a impostare l'incontro con il leader dei 5 Stelle. Cambia relativamente poco, non ci sono né attestati di stima né spiegazioni sul tenore delle chiacchierate con Grillo)

Dunque, ricapitolando: il leader del M5s denuncia una cosa di enorme gravità, ovvero il tentativo di defenestrarlo da parte del capo di un governo che il suo partito sostiene; nessuno dei soggetti in causa smentisce ufficialmente questa versione; nessun altro leader di maggioranza trova grave la vicenda in sé; nessun alleato di Conte gli esprime solidarietà rispetto a un’ingerenza di tale portata da parte del Presidente del Consiglio; un incontro già fissato fra Grillo e i ministri contiani nel governo viene improvvisamente cancellato.

Cosa succederà a questo punto?

Conte uscirà dal governo Draghi?

Ecco, non è arduo immaginare quale sarà il tentativo di Mario Draghi e del suo entourage, da sempre molto influente nel dibattito pubblico. Non potendo smentire né le telefonate né il rapporto con Grillo (ma soprattutto non potendo nascondere le distanze con il suo predecessore a Chigi), Draghi farà ciò che si fa in questi casi: giocare con le parole, cambiare argomento, sviare l’attenzione. A quanto ci risulta questo è stato anche l'approccio nella sua prima telefonata con il capo politico del Movimento: Draghi gli ha spiegato di non aver mai parlato della sua rimozione, ma di aver chiesto a Grillo un aiuto per "provare a fare squadra e rendere il governo più forte e autorevole". Una storiella, o poco più.

Non sappiamo se ciò basterà a Conte, che da tempo è tentato di strappare e lasciare il governo. Del resto, i contiani lo sanno benissimo, l’avventura di Di Maio non sarebbe mai stata possibile senza il via libera di Chigi e del Quirinale. Ed è cosa nota che Draghi non abbia mai digerito la rielezione di Mattarella e abbia incolpato Conte del fallimento della sua candidatura (a ragione, peraltro). Questa sarebbe in effetti l’ennesima occasione per cedere alle pressioni di gran parte dei suoi parlamentari e rompere un’alleanza che si sta dimostrando nefasta per il Movimento. Non a caso, in queste ore prende consistenza l'ipotesi di un appoggio esterno, giudicato un compromesso accettabile per continuare a mostrarsi "responsabili e attenti ai problemi del Paese" e al tempo stesso per avere le mani libere in campagna elettorale.

Facile a dirsi, meno a farsi. Perché c’è un certo Beppe Grillo che non ci pensa proprio a togliere il sostegno al governo. Incomprensibilmente, spiegano i contiani, visto che non solo i sondaggi registrano l’emorragia di consensi del M5s, ma anche che si assottiglia giorno dopo giorno la pattuglia parlamentare. È una situazione surreale: M5s perde consensi, Di Maio incamera parlamentari, Draghi restringe via via gli spazi di manovra dei parlamentari grillini, i ministri contiani non sanno letteralmente da che parte stare. Ma Conte può fare poco o nulla.

Sullo sfondo, infatti, c'è sempre la partita delle alleanze. Dal Pd non vogliono neanche sentir parlare di rottura con Draghi e tengono aperto un canale di emergenza con Di Maio. A sinistra sta nascendo un progetto che ha come obiettivo quello di occupare proprio l'area "radicale / ambientalista" su cui Conte intendeva collocare il Movimento 5 Stelle. Renziani, calendiani e centristi vari già brindano all'oblio dell'ex Presidente del Consiglio.

Far finta di niente, dunque? No, proprio non si può, anche perché questo è solo l'ultimo atto di uno scontro in atto da tempo e che proseguirà ancora a lungo. Il rischio, però, è che gestire male anche questa partita possa aumentare l'isolamento del M5s, che davvero diventerebbe solo il partito di Conte.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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