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Covid 19

Conte dice che i dati sulle morti di Covid diffusi dal governo Meloni non hanno nulla di scientifico

La premier Giorgia Meloni sostiene che l’Italia è stata il Paese che peggio ha gestito la pandemia. Per il leader del M5s Giuseppe Conte è “una menzogna”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il leader del M5s Giuseppe Conte, intervenuto questa sera all'Auditorium a Roma, alla presentazione del libro "A sinistra. Da capo" dell'esponente dem Goffredo Bettini, ha ribadito che i decreti Sicurezza, firmati con Salvini durante il governo giallo-verde, sono stati la moneta di scambio necessaria per far andare avanti le misure bandiera del Movimento, come il Reddito di cittadinanza:

"In quella formula di governo abbiamo realizzato un progetto riformatore che ha introdotto un Reddito di cittadinanza, la legge spazzacorrotti e il decreto dignità per dare uno schiaffo al Jobs act e al precariato selvaggio. Abbiamo pagato un prezzo, ma ho fatto ammenda sui decreti sicurezza almeno una decina di volte", ha affermato.

"Nel 2018 abbiamo ottenuto una svolta europea in cui tutti hanno sottoscritto un concetto in consiglio europeo, cioè che quando si entra in Italia si entra in Europa".

La presidente del Consiglio Meloni, fin dal suo insediamento, ha sostenuto come un mantra che il nostro Paese "ha preso i provvedimenti più restrittivi in assoluto e contemporaneamente vanta i più alti tassi di letalità". Il dato è stato confutato questa sera anche dall'ex premier Conte, che da Palazzo Chigi ha gestito la fase più critica della pandemia. Sul Covid, ha detto, "danno dati grossolani. Secondo l'Università di Oxford, per numero di decessi siamo al 24mo posto. Le volgari menzogne cascano come un castello di carta. Noi siamo stati il primo Paese occidentale in cui scoppiò la pandemia, non producevamo nemmeno le mascherine. I dati diffusi non hanno niente di scientifico". Il leader del M5s cita di dati pubblicati dall'Università di Oxford sul portarle ‘Our world in data'. Complessivamente, dal 2020 a oggi peggio di noi si piazzano gli Stati Uniti e il Regno Unito, ma anche Brasile, Grecia, Croazia e Ungheria hanno avuto una mortalità più alta dell’Italia.

Conte è tornato anche sulla caduta del governo Draghi, attribuendo ancora una volta tutta la responsabilità della fine anticipata della legislatura al Pd: "Se ci fosse stata disponibilità da parte del Pd, anziché puntarci il dito contro", se il Pd avesse provato a "sostenerci, se ci fosse stata una risposta da parte di Draghi non ci saremmo trovati in una crisi di governo".

"La caduta del governo Draghi ci ha permesso di spiegare che eravamo una forza politica che non poteva sacrificare i propri principi e valori. Se non si legge quella carta dei principi e dei valori non si comprende perché nel marzo ci fu quello scontro con Draghi. Alcuni del Pd mi hanno detto: lo fai per tornaconto elettorale. Vi do la mia parola, non ho avuto sotto gli occhi un sondaggio". Soprattutto, ha aggiunto, "quando si è capito che Lega e Fi ne stavano approfittando mi è stato suggerito per ragioni tattiche di votare la fiducia scaricando la responsabilità a Lega e Fi. La risposta di M5s condivisa è stata no: ci assumiamo la nostra responsabilità. Non facciamo tattica, non c'è stata una riposta". 

Poi è arrivata la sconfitta elettorale e la destra è andata al governo. "Lo stato ipnotico che è calato nel Paese quando è arrivato Draghi, per cui l'opinione corrente era criticare tutto quello che c'era stato prima, ha preparato la strada alla destra e consente oggi a Meloni di andare in Parlamento e dire che siamo stati i peggiori a gestire la pandemia, che è una volgare menzogna", ha sottolineato ancora Conte, che lascia intravedere una possibilità di un riavvicinamento al Partito Democratico.

Per l'ex premier, se nel dibattito congressuale prevalesse la linea indicata Bettini nel suo libro, sarebbe possibile riaprire un dialogo Pd-M5s: "Per me la politica non è una questione di punti ma di linee, di traiettorie", ha detto. "Se il percorso, le sensibilità delineata in questo libro prevarrà anche all'interno di un dibattito, nella dialettica interna del Pd, sarà facile ritrovarci. Nel rispetto della reciproca autonomia, della reciproca dignità. Sposare questa prospettiva significa intendere la politica in modo radicale, in termini rivoluzionari. Non accontentarsi dello status quo, della logica della deriva oligarchica. M5s ha scelto in modo chiaro di difendere i precari, gli sfruttati, gli ultimi". 

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