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Consiglio europeo, Meloni: “Non possiamo aspettare un’altra Cutro, Ue trascura diritto a non migrare”

Giorgia Meloni è intervenuta al Senato in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 marzo: “Prima di ogni ipotetico diritto a emigrare, ogni essere umano ha il diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore. È esattamente l’aspetto che Europa e Occidente in questi anni hanno colpevolmente trascurato”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha reso le comunicazioni al Senato, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023. Domani interverrà invece a Montecitorio, alle 9.30. Proprio per preparare il vertice la premier ha incontrato ieri il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, per fare un punto sul dossier immigrazione, e ha avuto un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. A livello internazionale uno degli obiettivi del Consiglio Ue sarà quello di rinnovare il sostegno all'Ucraina, soprattutto dopo la visita del presidente russo Putin a Mariupol e l'arrivo del presidente cinese Xi Jinping a Mosca, che rinsalda i legami tra Russia e Cina.

Al summit Meloni intende ribadire che il nuovo Patto di stabilità deve garantire la flessibilità dei fondi europei. Rimane invece ferma sul ‘no' al Mes, che invece le opposizioni e Bruxelles vorrebbero che l'Italia ratificasse.

Sul fronte immigrazione, secondo Meloni è necessario sostenere la Tunisia, che attende i finanziamenti del Fmi: il Paese sta attraversando una crisi economica, che potrebbe innescare una nuova ondata di partenze, secondo il ragionamento dell'esecutivo. Meloni al Consiglio intende ribadire che serve una gestione europea dei flussi migratori, nel controllo delle frontiere, nella cooperazione sui rimpatri e nella lotta ai trafficanti di esseri umani.

"Il prossimo Consiglio, il terzo dal giuramento del governo, ha per ordine del giorno sfide cruciali, come l'Ucraina, il mercato unico, l'immigrazione. L'Ue è chiamata al compito più arduo degli ultimi decenni, garantire la sicurezza nel nostro Continente dinanzi all'aggressione russa in Ucraina. Nel sostegno dei valori di democrazia e libertà, che questo tempo ci ha insegnato a non dare per scontati. L'Europa e l'Occidente sono chiamati a rispondere a questa grande sfida con tempestività. L'Italia ha tutte le carte per recitare in Europa un ruolo da protagonista e non da comprimaria", ha detto Meloni in Aula.

"Un primo banco di prova è l'immigrazione, su questo tema il governo ha ottenuto che venisse dedicato gran parte del Consiglio Ue di febbraio. È un emergenza strutturale: alla frontiera meridionale marittima dell'Europa stiamo assistendo a una pressione migratoria senza precedenti. All'indomani della disgrazia di Cutro ho scritto al presidente della Commissione europea, al presidente del Consiglio europeo e al Consiglio Ue. Per ribadire che non possiamo attendere oltre. Non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio, pericolo insito per viaggi organizzati da scafisti senza scrupoli. Le frontiere dell'Italia sono le frontiere dell'Europa. Siamo di fronte a organizzazioni criminali che lucrano sugli esseri umani, come dimostrano i provvedimenti che abbiamo preso a Cutro. Dobbiamo aumentare i rimpatri e rendere efficienti i canali di ingresso legali. Un ruolo chiave dovrà averlo il rafforzamento della collaborazione con i Paesi di transito dei migranti".

"Dobbiamo contrastare i flussi irregolari e dare alternativa all'emigrazione nei paesi di partenza. Lo voglio ribadire: prima di ogni ipotetico diritto a emigrare, ogni essere umano ha il diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore. È esattamente l'aspetto che Europa e Occidente in questi anni hanno colpevolmente trascurato Dobbiamo fermare a monte i movimenti primarie, cioè bloccare le partenze. È il momento di spingere con forza su un nuovo modello di gestione delle frontiere esterne", ha sottolineato la premier.

"Il nostro piano chiama in causa il coinvolgimento degli Stati di bandiera che finanziano le Ong, devono assumersi le loro responsabilità. Non vogliamo più piangere vittime innocenti nel Mediterraneo, la selezione di ingresso in Italia non la devono più fare gli scafisti e le mafie, perché chi ha davvero diritto alla protezione internazionale è penalizzato da chi entra illegalmente".

"Sono state gettate ombre sulla nostra Guardia Costiera e sulle nostre forze dell'ordine, e si finisce con danneggiare la posizione negoziale dell'Italia sui tavoli internazionali. Criticate ferocemente il governo e me ma vi prego fermatevi un secondo prima di danneggiare l'Italia".

L'impegno e gli aiuti all'Ucraina non verranno meno: "Non si può dire agli italiani che se non inviassimo gli aiuti potremmo abbassare le tasse, è una menzogna".

"Il sostegno all'Ucraina e alla sua popolazione sarà assicurato in ogni ambito: politico, umanitario, civile, militare, e finché sarà necessario, in coordinamento con partner e alleati. Lo continueremo a fare senza badare all'impatto che queste scelte potranno avere nel breve periodo sul gradimento o sul consenso della sottoscritta, del governo, delle forze politiche di maggioranza. Continueremo a farlo semplicemente perché è giusto farlo sul piano dei valori e sul piano della difesa dell'interesse nazionale", ha detto ancora Meloni. "Il popolo ucraino sta difendendo i valori su cui si fonda il progetto europeo e le fondamenta stesse del diritto internazionale, senza cui sostituiremmo la forza del diritto al diritto del più forte", ha ribadito.

"Questo governo non ha mai fatto mistero, neanche quando era all'opposizione, di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto governi precedenti un po' di soppiatto, senza metterci la faccia", ha aggiunto. "Rispettare gli impegni assunti è vitale per la credibilità e la sovranità nazionale: la libertà ha un prezzo, se non saremo in grado di difenderci qualcuno lo farà per noi ma non lo farà gratuitamente, imporrà i suoi interessi".

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