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Commissione europea favorevole alla candidatura dell’Ucraina in Ue: le condizioni per l’adesione

“C’è ancora dell’importante lavoro da fare, sullo stato di diritto, gli oligarchi, l’anti corruzione e i diritti fondamentali. Il processo si baserà sul merito, per cui il progresso dipenderà interamente dall’Ucraina”: lo ha spiegato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, annunciando il parere favorevole alla concessione dello status di candidato Ue all’Ucraina.
A cura di Annalisa Girardi
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"Sappiamo tutti che gli ucraini sono pronti a morire per le loro aspirazioni europee. Vogliamo che vivano con noi per il sogno europeo". Con queste parole Ursula von der Leyen ha annunciato il parere favorevole della Commissione europea affinché all'Ucraina sia concesso lo status di candidato Ue. "Raccomandiamo di dare all'Ucraina lo status di candidato, a patto che il Paese porti avanti una serie di importanti riforme. L'Ucraina ha mostrato chiaramente il suo impegno nel vivere secondo i valori e gli standard europei. E ha iniziato, prima della guerra, un percorso verso l'Ue", ha scritto la presidente dell'esecutivo Ue su Twitter.

Il parere favorevole è arrivato anche per la Moldavia. Tutta l'attenzione oggi si è però focalizzato sull'Ucraina. Secondo quanto sottolineato da von der Leyen, Kiev avrebbe già implementato circa il 70% delle regole e normative comunitarie. "C'è ancora dell'importante lavoro da fare, sullo stato di diritto, gli oligarchi, l'anti corruzione e i diritti fondamentali. Il processo si baserà sul merito, per cui il progresso dipenderà interamente dall'Ucraina", ha aggiunto.

Come ha spiegato in conferenza stampa von der Leyen, ci sono delle condizioni da rispettare. E degli standard ancora da raggiungere. Per quanto riguarda le riforme della giustizia e il rispetto dello stato di diritto. La presidente della Commissione ha parlato delle modalità con cui vengono selezionati i giudici della Corte costituzionale e i membri del Consiglio di giustizia, ma anche della necessità di rendere operativi i nuclei anti corruzione messi in piedi negli ultimi anni.

Deve inoltre, ha proseguito la presidente della Commissione Ue, essere implementata la legge contro gli oligarchi, così come va adottata quella per la tutela delle minoranze. Insomma, il sì dell'esecutivo Ue non è che un primo passo. Il tema sarà certamente al centro del Consiglio europeo che si riunirà a Bruxelles tra il 23 e il 24 giugno. Se anche in quell'occasione gli Stati membri si esprimeranno allo stesso modo della Commissione, inizierà il percorso di adesione per l'Ucraina. Ma ci vorrà ancora diverso tempo.

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