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Come possono cambiare le regole anti Covid e l’obbligo vaccinale con il governo Meloni

I casi di positività al Covid-19 sono tornati a crescere nelle ultime settimane, e il governo Meloni potrebbe trovarsi ad affrontare una nuova “ondata”. Ecco cosa ci si può aspettare, guardando programmi e dichiarazioni.
A cura di Luca Pons
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I casi di Covid in Italia stanno tornando ad aumentare: tutti gli indicatori della pandemia hanno nuovamente superato la soglia epidemica, come ci si aspettava. Mentre si attende, nel prossime settimane, l'insediamento di un governo di centrodestra guidato probabilmente da Giorgia Meloni, ci si chiede come agirà il nuovo esecutivo per arginare la pandemia. Osservare il programma di Fratelli d'Italia, il partito di Meloni, e il programma congiunto del centrodestra, può essere utile per capire in che direzione intende muoversi il governo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto all'esecutivo di mantenere un atteggiamento di responsabilità: "La pandemia non è definitivamente sconfitta".

Come possono cambiare le regole Covid

I due programmi, di FdI e del centrodestra, riportano sostanzialmente la stessa posizione, quasi con le stesse parole: ci si impegna nel "contrasto al Covid-19 e alle nuove minacce attraverso misure strutturali", come la ventilazione meccanica controllata nelle scuole e negli uffici, e il potenziamento dei trasporti. Su questo tipo di interventi si dovrebbero prevedere delle spese che, però, sembrano difficili da mettere in campo nei prossimi mesi, quando gran parte dello sforzo economico del governo sarà concentrato sulla crisi energetica e l'inflazione.

Le novità sui vaccini anti Covid

Per quanto riguarda i vaccini, invece, il programma di Fratelli d'Italia (il più completo sul tema) specifica che non si prevede nessun obbligo di vaccinazione contro il Covid, "ma informazione, promozione e raccomandazione alla vaccinazione, in particolare per fasce d’età a rischio e situazioni di fragilità". Sono le stesse posizioni riportate da Marcello Gemmato, deputato di Fratelli d'Italia, responsabile della salute per il partito e farmacista di professione.

In un'intervista a Repubblica, Gemmato afferma che nella gestione del precedente governo sul tema della pandemia "c'è stato un approccio ideologico, non ci si è mossi in punta di scienza". Per Gemmato "ci sono state due tendenze: una oltranzista di chi, come dico scherzando, vaccinerebbe anche i peluche dei figli, e un'altra di stupidi che considerano il vaccino acqua sporca o addirittura veleno". La giusta via di mezzo, quindi, non prevedere né l'obbligo vaccinale né la messa in discussione dei vaccini: "Tra iper chiusuristi e complottisti stiamo nel mezzo, con la scienza".

Concretamente, questo significa che i vaccini non saranno obbligatori per nessuna categoria o fascia di età: "I dati ci dicono che la mortalità per il Covid riguarda persone dai 65 anni in su – spiega Gemmato –  La strategia vaccinale dovrebbe mettere in sicurezza gli anziani e chi ha problemi di salute. Vaccinare i bambini di 6 anni non ha avuto senso". La raccomandazione va bene, come previsto anche dal programma, ma è l'unica misura necessaria, infatti "non bisogna rinnovare l'obbligo che riguarda il personale sanitario, in scadenza il 31 dicembre".

In più, mentre dal 1 ottobre è saltato l'obbligo di indossare mascherine sui mezzi pubblici, secondo Gemmato questo obbligo andrebbe limitato anche negli ospedali: "Le mascherine, con il distanziamento, l'igiene delle mani e in generale le norme di buona condotta sanitaria sono utili", afferma, quindi bisogna "valutare la circolazione e decidere se consigliarle e dove". Non usa mai la parola "obbligo", Gemmato, neanche nel parlare di strutture sanitarie: "In ospedale sarebbe auspicabile che si mettessero quando si entra in reparti dove ci sono persone fragili. Magari non in ortopedia ma in terapia intensiva".

Il green pass

Altro grande tema negli anni di pandemia è stato il green pass, contestato da alcune fasce della popolazione perché ritenuto soppressivo della libertà individuale. Pare seguire questa visione anche Fratelli d'Italia, che nel programma rassicura che il green pass non sarà più introdotto, prevedendo al massimo la "possibilità di screening negli ambienti a rischio, a tutela dei soggetti fragili".

Conferma anche Gemmato, che ritiene che il green pass non partisse da principi scientifici: "Abbiamo sempre detto che non si trattava di una misura sanitaria". Gemmato cita anche l'immunologo statunitense Anthony Fauci, consigliere medico capo del presidente degli Stati Uniti: "Fauci ha sostenuto mesi fa che il vaccinato può contagiarsi e contagiare. Abbiamo visto che era vero, la gente si infettava comunque". Di conseguenza, secondo Gemmato, "il green pass dava una falsa sicurezza".

Infine, Gemmato fa capire che nel caso di una nuova ondata di pandemia da Covid-19, il governo di centrodestra sarebbe più rapido del predisporre le aperture: "Noi siamo sempre stati gli ultimi a riaprire, altri, come l'Inghilterra, sono ripartiti prima. Perché abbiamo avuto una posizione ideologica e non scientifica. E infatti siamo tra i primi al mondo per mortalità e letalità".

Un'affermazione che i dati confermano solo in parte. Secondo la Johns Hopkins University, tra i venti Paesi più colpiti dal Covid, l'Italia è stata al dodicesimo posto per letalità, cioè per numero di morti tra le persone positive al Covid-19: in Italia è morto lo 0,8% dei positivi, un dato più alto di Germania (o,5%) e Francia (0,4%) ma più basso di Stati Uniti (1,1%), Russia (1,8%) e Messico (4,7%, al primo posto della classifica) tra gli altri. Per la mortalità, cioè per il numero di morti di Covid sul totale della popolazione, l'Italia è stata invece settima tra i venti Paesi più colpiti.

La creazione di una commissione d'inchiesta

Infine, un argomento che Gemmato non tocca ma che è presente nel programma di Fratelli d'Italia – e che avrebbe un costo ridotto – è la creazione di una commissione d'inchiesta "sulla gestione medica ed economica della pandemia da Covid-19″, e anche "sulle reazioni avverse da vaccino". Le commissioni d'inchiesta parlamentari possono essere create, nella Camera o nel Senato, con un voto a maggioranza. La proposta di Fratelli d'Italia, quindi, si potrebbe portare avanti in teoria non appena le Camere saranno insediate, dopo la metà di ottobre.

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