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Come è andato il vertice di Fdi con Meloni sulle riforme: avanti con il premierato

Oggi si è tenuto un vertice di Fdi sulle riforme istituzionali. La linea emersa è quella di approfondire l’ipotesi del cosiddetto premierato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi si è tenuto un vertice di governo a Palazzo Chigi sulle riforme istituzionali, alla luce delle ultime ‘consultazioni' tra la premier Meloni e i gruppi parlamentari. All'incontro a Palazzo Chigi erano presenti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i capigruppo di Fratelli d'Italia, Lucio Malan e Tommaso Foti, oltre al ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

Nel corso del summit, raccontano all'Adnkronos fonti di maggioranza, non si sarebbe discusso di tempistiche ma sarebbe emerso "un interesse" rispetto alla possibilità di spingere sul premierato, ovvero sull'elezione diretta del presidente del Consiglio: "C'è un approfondimento su questa soluzione", raccontano le stesse fonti, precisando però che la strada del presidenzialismo, con l'elezione diretta del Capo dello Stato, non sarebbe stata definitivamente "accantonata". "È chiaro che se si approfondisce una possibilità, o si sceglie una o l'altra", hanno spiegato le fonti di maggioranza al termine del vertice. Al momento il mandato che la premier ha dato ai capigruppo di Fdi sarebbe quello di elaborare una proposta che preveda il premierato.

Che l'orientamento del governo fosse questo lo si era capito anche dalle dichiarazioni di oggi dei vicepremier Salvini e Tajani. "L'autonomia, l'elezione diretta del premier senza cambi di maggioranza, i poteri delegati agli enti locali rappresentano stabilità e percorsi che stanno assolutamente insieme", aveva detto questa mattina il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Salvini nel suo intervento all'inaugurazione del Salone nautico di Venezia.

Una posizione analoga a quella del vicepremier di Forza Italia: "Credo si debba andare avanti procedendo di pari passo" con l'autonomia e la riforma costituzionale. "Noi non abbiamo pregiudizi ma mi pare si vada verso una proposta di elezione diretta del presidente del consiglio in modo che ci sia un equilibrio, un governo che dura a lungo al centro e poi una autonomia amministrativa. Noi abbiamo fatto in modo che il testo dell'autonomia fosse equilibrato", aveva detto il ministro degli Esteri interpellato dai cronisti sulle riforme.

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