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Guerra in Ucraina

Russia-Ucraina, Cingolani: “Con uno stop ora al gas russo avremmo seri problemi per il prossimo inverno”

Il ministro della Transizione ecologica ammette che in caso di embargo improvviso sul gas russo l’Italia potrebbe avere seri problemi di stoccaggio già per la fine dell’anno.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Se i flussi di gas dalla Russia fossero interrotti ora, avremmo un serio problema con lo stoccaggio". Dopo mesi in cui il governo Draghi aveva rassicurato gli italiani sulla tenuta del Paese in caso di embargo immediato sul gas, ora il ministro Cingolani ammette possibili problemi, come ribadito da tutti gli esperti nelle ultime settimane. Il titolare del dicastero della Transizione ecologica è intervenuto durante l'informativa urgente alla Camera sulla crisi energetica e le misure messe in campo dall'esecutivo per affrontarla.

Secondo Cingolani "una interruzione immediata dell'export russo renderebbe critico il superamento dell'inverno 2022-2023, in assenza di rilevanti misure di contenimento della domanda, che ovviamente sono previste". In pratica se non arriverà più il gas dalla Russia sarà necessario ridurre i consumi degli italiani, come spiegato a Fanpage.it dal direttore scientifico di Kyoto Club Gianni Silvestrini. Il ministro ha quindi spiegato che in sei mesi di tempo, con le iniziative che sta mettendo in campo l'esecutivo per sostituire il gas russo con altre fonti, si può raggiungere il 90% dello stoccaggio per il prossimo inverno e quelli successivi. In questo caso si potrebbero affrontare le stagioni fredde "con una certa tranquillità".

Cingolani riporta poi i dati sull'aumento del prezzo del gas nell'ultimo anno. "Per quanto riguarda il mercato del gas naturale – dice- il prezzo al Psv (Punto di scambio virtuale del gas naturale in Italia) è passato dai circa 20 euro a megawattora di gennaio 2021 ai circa 100 euro a megawattora del mese di aprile 2022, con un aumento di quasi 5 volte (e con punte giornaliere che hanno superato i valori record di 200 euro)". Questo si aggiunge al fatto che negli ultimi mesi si sono raggiunti i valori più elevati in Borsa da quando Piazza Affari è stata costituita, fino al picco di qualche giorno fa di 250 euro a MWh.

Tetto europeo al prezzo del gas, "potremmo ridurre la bolletta del 25%"

Il ministro, poi, boccia un tetto al prezzo del gas solo italiano, prima di una misura europea, come chiesto da Confindustria. "Sarebbe molto difficile da sostenere – spiega- perché il mercato salterebbe a piè pari, in quanto non sarebbe più conveniente vendere gas in quel Paese". Mentre, se arrivasse un limite europeo, come chiesto da Draghi al Consiglio europeo, "essendo il Continente il principale customer planetario, può un po' fare il prezzo e creare una regola che sia sostenibile".

Con un tetto comunitario di 80 euro al megawattora, secondo Cingolani si potrebbe ridurre immediatamente del 25% la bolletta del gas e di una percentuale ancora maggiore quella elettrica. Attualmente il gas è venduto a circa 100-110 euro a megawattora. "Sul gas liquido, che è più costoso– aggiunge il ministro- gli effetti potrebbero essere mitigati da contratti per differenza, anche questa è una cosa in fase di studio". Cingolani sottolinea quindi che "non ci sarebbero effetti sugli altri investimenti", come le rinnovabili, o sulla sicurezza o il phase out dei combustibili fossili.

Quanto al pagamento in rubli, ribadendo ancora una volta di non aver mai aperto a un'opzione del genere a nome del governo italiano, il ministro ricorda che i prossimi pagamenti all Russia si dovranno fare "già a metà maggio" e per questo "si è chiesto al più presto di avere delle direttive chiare per gli operatori". Quindi chiede a tutta l'Ue una posizione comune, per "rispettare i contratti e le sanzioni".

Con limiti ai condizionatori risparmiamo 2 miliardi di metri cubi di gas

Capitolo rigassificatori. Per Cingolani è di "straordinaria importanza" che la prima struttura galleggiante entri in funzione entro l'inizio del 2023, altrimenti "non riusciamo a sostituire la parte di gas gassoso che ci viene a mancare". Il secondo rigassificatore in mare, secondo il piano del ministero della Transizione ecologica, deve entrare in funzione entro la fine del 2023 o al massimo a inizio 2024. Rispettare questa tempistica sarebbe possibile grazie all'ultimo Decreto aiuti, che rende i presidenti delle Regioni coinvolte Commissari straordinari per l'installazione.

Per esportare meno gas dalla Russia, poi, rimane importante, anche se non decisivo, il contenimento nell'uso di riscaldamenti e condizionatori. Riducendo o aumentando di un grado il riscaldamento/il condizionamento, dice il ministro "si ottiene una stima prudenziale di circa 2 miliardi di metri cubi di gas l'anno di risparmio, con il valore che è indicativo ed è destinato ad aumentare progressivamente grazie alle misure di efficientamento energetico in corso".

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