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Cavi e tralicci, la deregulation sull’ambiente del decreto Aiuti: “Mano libera anche sul paesaggio”

Il provvedimento inizierà l’iter parlamentare dopo la pausa elettorale. Dopo il caso dei rigassificatori, si accendono i riflettori sull’eliminazione del diritto di voto al Ministero della Cultura e della valutazione di impatto ambientale per i fili elettrici.
A cura di Stefano Iannaccone
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Cavi dell’elettricità ovunque, sotto terra, e un Ministero della cultura depotenziato nel ruolo di controllore. In pratica ridotto a una funzione ancillare. Senza dimenticare un intervento che riduce anche le verifiche sui tralicci, su cui almeno resiste qualche paletto grazie a una vecchia normativa. Insomma, il decreto Aiuti presenta un altro conto alla tutela ambientale, beffando l’ultima riforma che ha inserito proprio “la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioninel dettato costituzionale. Al momento il provvedimento è parcheggiato in commissione Bilancio a Montecitorio, complice il ponte del 2 giugno che si è saldato con lo stop ai lavori nell’ultima settimana di campagna elettorale per le Amministrative.

Tutto è slittato a lunedì 13 giugno, dopo lo scrutinio del primo turno. Il clima al rientro si annuncia infuocato, non solo per la questione dell'inceneritore a Roma che rischia di mettere in difficoltà il governo per la contrarietà del Movimento 5  Stelle. Il motivo è più ampio: il provvedimento voluto dal governo prende la direzione di eliminare i passaggi che garantiscono la salvaguardia del paesaggio e del patrimonio archeologico. Oltre alla sostanziale svincolamento dai controlli in materia di rigassificatori, che Fanpage ha già raccontato, c’è di più. L’indebolimento della Via (Valutazione d’impatto ambientale) si verifica a un ulteriore livello: viene eliminata infatti per “la realizzazione di elettrodotti aerei con tensione superiore a 150kv di lunghezza superiore a 15 km”. A cosa si riferisce? Ai tralicci dell’alta tensione, che hanno un evidente impatto sul paesaggio e più in generale – per la loro realizzazione – sull’ambiente. Nel caso specifico, tuttavia, viene conservata la possibilità di chiedere la Via per interventi simili.

Ma d’altra parte lungo le zone più belle dell’Italia, anche in luoghi turistici che puntano sulle bellezze naturali sotto il profilo dell’economia, viene concessa la possibilità di mettere dei cavi elettrici interrati, sia in sostituzione dei tralicci che di nuova installazione. L’obiettivo sarebbe nobile: eliminare i pali per sostituirli con fili sotterranei. Il cambiamento non convince tutti, a cominciare dai deputati di Alternativa, che hanno predisposto una serie di emendamenti per correggere il tiro del governo. “Non c’è una preclusione a priori rispetto a questo tipo di intervento che ha un intento migliorativo”, esordisce Giovanni Vianello, deputato di Alternativa. “Ma – aggiunge – la questione è che servono comunque i controlli per conoscere l’impatto dell’installazione di questi cavi. È fondamentale capire su quali territori si interviene”.

E non solo. C’è un altro punto controverso che evidenzia le intenzioni dell’esecutivo in ossequio all’emergenza e alla necessità di agire con velocità: l’eliminazione del diritto di voto al rappresentante del Ministero della Cultura nella commissione Pniec-Pnrr, l’organismo tecnico che valuta le conseguenze dei lavori sui paesaggi. Adesso il Mic può solo ascoltare e fornire un parere nella commissione, senza mettere nero su bianco – con un voto appunto – l’eventuale contrarietà. La ragione  ufficiale è che comunque si avvia successivamente una fase di concertazione con il Ministero. “Ma allora – si chiede Vianello – per quale motivo c’è stata la premura di togliere la possibilità di votare? Il vero punto è che si prosegue nella strategia di indebolimento della tutela del paesaggio. Ricordo, tra le varie cose, che negli ultimi anni si sono susseguite le modifiche sul ruolo della valutazione di impatto ambientale”.

Il decreto Aiuti si impone come una forte frenata sulla strada della transizione ecologica ed energetica. “Le nuove norme aumenteranno la dipendenza dalle fonti fossili e dagli Stati Uniti, come è emerso sulla questione del gas liquefatto che necessitano di rigassificatori”, dice a Fanpage Raffaele Trano, deputato di Alternativa e componente della commissione Bilancio a Montecitorio. “Il decreto – aggiunge Trano – diventa l’occasione per trasformare in aree industriali in pezzi importanti di costa, senza un minimo di controllo da parte dei Comuni interessati. Viene cancellato il controllo paesaggistico e la valutazione di impatto ambientale”. “E meno male – ricorda il parlamentare – che abbiamo approvato da poco la modifica della Costituzione per dare più spazio all'ambiente. Questo è sempre più il governo delle deroghe”.

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