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Caso Ocean Viking, per Piantedosi la reazione della Francia è “totalmente incomprensibile”

Il ministro dell’Interno Piantedosi ha commentato l’annuncio delle misure di ritorsione che la Francia metterà in atto contro l’Italia, che si è rifiutata di accogliere i migranti della Ocean Viking: “Reazione totalmente incomprensibile”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la decisione di aprire il porto di Tolone per gli oltre 230 migranti della Ocean Viking, la Francia ha annunciato che ci saranno conseguenze per l'Italia, che non ha voluto accogliere i naufraghi della ong Sos Mediterranee. Il ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin ha elencato le misure di ritorsione contro il governo italiano che Parigi intende mettere in atto, a partire dal "rafforzamento dei controlli alle frontiere" con l'Italia.

Secondo la Francia il nostro Paese non si è comportata come un Paese europeo, e per questo ha deciso, come conseguenza, di sospendere il ricollocamento dei 3.500 rifugiati previsti dal Meccanismo concordato in sede Ue, invitando anche gli altri Paesi membri a fare lo stesso.

La reazione dell'Italia non si è fatta attendere. "Solidarietà europea…", è il commento telegrafico sui social del vicepremier e ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, che pubblica uno screenshot con la notizia del blocco chiesto a tutti i Paesi europei dalla Francia dopo lo stop alla Ocean Viking, che era in mare da venti giorni in attesa di un porto.

Secondo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi la reazione della Francia "è totalmente incomprensibile di fronte ai continui richiami alla solidarietà dovuta a queste persone".

"Ma dimostra – ha proseguito – anche quanto la postura delle altre nazioni di fronte all'immigrazione illegale sia ferma e determinata. Quello che non capiamo è in ragione di cosa l'Italia dovrebbe accettare di buon grado qualcosa che gli altri non sono disposti ad accettare", ha detto il titolare del Viminale.

"In Italia – ha aggiunto Piantedosi – quest'anno sono sbarcate quasi 90.000 persone. Tredici paesi europei si sono impegnati a ricollocare complessivamente circa 8.000 persone, meno di un decimo. Finora ne sono state ricollocate in tutto 117 (lo 0,13% degli arrivati), di cui in Francia 38 (lo 0,04%). A fronte di questi ricollocamenti assolutamente insufficienti, si vuole imporre il principio che l'Italia sia l'unico approdo d'Europa possibile per gli immigrati illegali, determinando così un flusso di ingressi in notevole crescita in questi ultimi tre anni anni. La solidarietà europea viene sbandierata ma l'Italia ha affrontato finora questo problema da sola e il nostro sistema di accoglienza è in gravissima difficoltà".

"È evidente quindi che l'Italia non potrà dare la propria adesione a soluzioni per un Patto europeo non adeguatamente bilanciato tra misure di solidarietà e di responsabilità. I Paesi di primo ingresso non possono, infatti, da soli sopportare l'onere di una responsabilità esclusiva nella gestione dei flussi", ha concluso il titolare del Viminale, aggiungendo che "per questo noi continuiamo a sostenere che la soluzione più seria è lavorare insieme per fermare le partenze dal nord Africa".

Posizione condivisa dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Credo che dalla Francia sia venuta una reazione sproporzionata", ha detto parlando con i giornalisti ad Amsterdam.

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