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Caso Cospito, la Procura di Roma chiede l’archiviazione per Delmastro ma la giudice dice di no

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro era indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, per aver passato al deputato – e coinquilino – Giovanni Donzelli alcuni documenti relativi all’anarchico Alfredo Cospito. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione, ma per ora la gip ha respinto la richiesta.
A cura di Luca Pons
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I documenti legati al caso di Alfredo Cospito che Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, ha fatto avere a Giovanni Donzelli erano segretati e non avrebbero dovuti essere divulgati in Parlamento. Però il sottosegretario non lo sapeva, perché ci sono norme complesse e prassi diverse nei vari rami ministeri, e per questo non c'è stato alcun reato di rivelazione di segreto d'ufficio. Questo ha scritto in una nota la Procura di Roma, che ha chiesto l'archiviazione per l'inchiesta aperta a febbraio su Delmastro, dopo il suo intervento in Aula.

La giudice per le indagini preliminari, Emanuela Attura, ha però respinto la richiesta di archiviazione e convocato una nuova udienza a luglio. Qui verranno ascoltate le parti – tra cui non ci sono le persone che hanno fatto denuncia – e poi ci sarà una decisione definitiva.

A presentare l'esposto era stato Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, che ha detto che la decisione della gip Attura "è la dimostrazione che ho fatto bene", per due motivi: "il duo Donzelli-Delmastro ha capito che con i documenti di Stato non si gioca, tantomeno per utilizzarli contro l’opposizione", e in più "il Pm conferma che ci sia stata violazione del segreto amministrativo, però con ‘inconsapevolezza’ dell’esponente di governo. Che ci sia stata inconsapevolezza faccio fatica a comprendere, anche perché Delmastro, da avvocato, è tenuto a conoscere le leggi italiane".

Anche dal Pd è arrivata una certa soddisfazione, nonostante la richiesta di archiviazione: "Avevamo ragione noi quando dicevamo che le informazioni date da Delmastro all'onorevole Donzelli erano coperte da segreto ed erano riservate, e torto il ministro Nordio che ha sostenuto invece non esserlo", ha detto Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del partito. "Delmastro però, laureato in legge, avvocato penalista e sottosegretario alla Giustizia con deleghe al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, non conosce la legge, oppure la conosce ma non è consapevole dell'uso che può farne. La Procura di Roma conferma la totale inadeguatezza del sottosegretario allo svolgimento dei compiti affidatigli", conclude.

Delmastro ha dichiarato ad Adnkronos di aver "sempre avuto fiducia" nella magistratura. "Chiunque mischi, nel bene o nel male, politica con processo penale, compie un errore. L'unica cosa certa è che io ho operato secondo coscienza e correttamente. Politicamente, io ho risposto a un collega che mi aveva posto delle domande". Fin quando non ci sarà una decisione definitiva del giudice, in ogni caso, "ritengo che si trattasse di documenti non segretati".

Anche Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ha celebrato la richiesta di archiviazione: "Non avevamo dubbi sulla richiesta della procura e siamo certi che il giudice terzo confermerà l'archiviazione, perché sapevamo che non c'era niente. Delmastro si è sempre comportato bene e con grande correttezza istituzionale. Purtroppo parte della sinistra ha voluto montare la panna senza che ve ne fosse motivo, confermando una tendenza giacobina che non porta a niente e che deve essere elisa".

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