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Direttiva Case Green

Case green, il discorso in italiano dell’eurodeputato irlandese che ha provato a convincere i critici

Ciarán Cuffe, parlamentare europeo irlandese che è anche il relatore della direttiva sulle case green, è intervenuto nel dibattito sulla norma. Per provare a convincere i suoi colleghi italiani, che hanno molto criticato la proposta, ha parlato nella loro lingua.
A cura di Luca Pons
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"Onorevoli colleghi, per far fronte alla crisi del costo della vita provocato dall'aumento del costo dell'energia, e per affrontare l'emergenza climatica, abbiamo a disposizione una soluzione facile, che inoltre isola anche Putin: isolare le case". Lo ha detto l'europarlamentare irlandese Ciarán Cuffe, promotore della proposta sulle case green che sta facendo discutere in Italia. La particolarità è che, per convincere gli scettici, Cuffe ha tenuto tutto il suo discorso in italiano.

"Voglio che l'Unione europea e gli Stati membri affrontino queste crisi contemporaneamente", ha detto Cuffe, parlando dell'aumento dei prezzi dell'energia e della crisi climatica. "Gli edifici sono responsabili di più di un terzo delle emissioni ad effetto serra nell'Ue".

Un piano di ristrutturazione a livello europeo creerebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro a livello locale, e contribuirebbe a far fronte a queste due crisi". Lo scopo della direttiva sulle case green, fissando delle "ambiziose norme minime di prestazione energetica" è arrivare a "strappare alla povertà energetica milioni di europei", ha concluso l'eurodeputato.

Cosa dice la direttiva sulle ‘case green' e perché il governo italiano è contrario

La proposta di direttiva europea di cui Cuffe è il relatore riguarda l'efficientamento energetico degli edifici dell'Unione europea. Le trattative all'interno dell'Ue sono in corso e dureranno ancora diversi mesi, ma la base della proposta è di dare degli obiettivi minimi di efficienza energetica, per tutti gli edifici, da raggiungere nel corso degli anni, fino ad arrivare al 2050 con un patrimonio edilizio europeo che non produce emissioni inquinanti.

Per come è formulata al momento, però, la norma renderebbe obbligatorio ristrutturare oltre 9 milioni di edifici in Italia, entro il 2030 o il 2033, secondo le stime dell'Associazione nazionale dei costruttori. Infatti, il patrimonio edilizio in Italia è composto in gran parte da edifici vecchi, che hanno un grado molto basso di efficienza energetica. Questo significa che consumano molta energia – elettrica, di riscaldamento… – e producono grandi quantità di CO2. Le esenzioni previste per gli edifici storici non basterebbero a migliorare la situazioni.

Gli standard previsti dalla normativa europea richiederebbero quindi investimenti economici molto importanti nei prossimi anni, per far rientrare case e uffici nei parametri previsti. Anche se, come ha sottolineato Cuffe, saranno previste "delle salvaguardie sociali per proteggere le persone più a rischio", la spesa sarebbe alta sia per i cittadini che dovrebbero effettuare le ristrutturazioni, sia per lo Stato che probabilmente dovrebbe ricorrere a esenzioni, incentivi e bonus per aiutare il processo.

Per chi non fosse a norma, la casa perderebbe gran parte del suo valore. Per questo, molti esponenti della maggioranza in Italia – e anche alcuni dell'opposizione – hanno sostenuto che la direttiva sia troppo stringente e vada cambiata.Sotto il tweet di Ciarán Cuffe che ha condiviso il suo discorso, ha risposto Claudio Borghi, senatore della Lega: "Molto convincente", ha scritto. "Dirò ai miei cittadini che dovranno pagare miliardi di euro per diventare poveri di soldi, ma ricchi di energia. Lo adoreranno. Saluti".

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