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Sciopero dei benzinai

Caro carburanti, i benzinai hanno congelato lo sciopero dopo l’incontro con il governo

Lo sciopero nazionale dei benzinai era stato fissato il 25 e il 26 gennaio, per protestare contro la retorica del governo, che aveva giustificato il caro carburante parlando di “speculazione”. Dopo l’incontro con l’esecutivo “la verità è stata ripristinata”, hanno detto i rappresentanti dei sindacati.
A cura di Luca Pons
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Lo sciopero nazionale dei benzinai è congelato, per ora. Dopo l'incontro tra governo e rappresentanti di categoria è stata "ripristinata una verità inequivocabile", hanno detto i sindacati Faib, Fegica e Figisc/Anisa: "I gestori non hanno alcuna responsabilità per l'aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato". Lo sciopero è quindi sospeso, in attesa che il governo Meloni confermi il testo del decreto sul tema.

L'esecutivo ha assicurato che ci sarà un tavolo tecnico di confronto con l'intero settore della distribuzione carburante, martedì 17 gennaio. I sindacati hanno scritto in una nota congiunta di aver "apprezzato il chiarimento avuto con il governo" e che "per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui". Ora, infatti, si è aperto "un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell'esame del testo del decreto una volta emanato".

"Ora è il momento di lavorare seriamente per restituire efficienza e piena legalità alla rete", hanno continuato i sindacati. "Già nei prossimi giorni, le organizzazioni dei gestori si rendono disponibili ad affrontare i temi sul tavolo e a individuare strumenti anche normativi utile ad affrontare sia la contingenza che soprattutto la prospettiva".

Il decreto sul prezzo del carburante "chiede due cose inutili e forse illegali"

Il presidente del sindacato dei benzinai Figisc Anisa Confcommercio, Bruno Bearzi, ha dichiarato che "il governo ha capito di aver sbagliato accusandoci di speculazione per i rincari e per salvare la faccia ha fatto due cose inutili, e forse illegali", cioè quelle previste dall'ultimo decreto: "Ci ha imposto di esporre i prezzi medi nazionali dei carburanti, e questa può essere una violazione delle norme antitrust, e poi ci ha obbligato alla comunicazione quotidiana, anziché settimanale, degli aggiornamenti di prezzo, moltiplicando così il rischio di sanzioni da 1032 euro e di sospensione delle licenze in caso di reiterazione".

L'impegno del governo, secondo Bearzi, dovrebbe piuttosto essere di contrastare "l'evasione fiscale nella distribuzione dei carburanti: il 30% dell'erogato è in nero, e questo corrisponde a un mancato introito per le casse dello Stato di 12 o 13 miliardi all'anno".

Perché era stato indetto uno sciopero nazionale dei benzinai

Lo sciopero dei distributori di carburante era stato indetto ieri dai sindacati, in risposta alla "ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori". La dichiarazione dello stato di agitazione, infatti, era arrivata come presa di posizione contro il governo, che ha più volte parlato di speculazione per spiegare l'aumento dei prezzi della benzina.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel video in cui rivendicava la scelta di mantenere le accise sulla benzina, aveva sottolineato che la maggior parte dei benzinai sono onesti, ma questo non è bastato. Le misure contenute nel decreto sulla trasparenza dei carburanti sono state ritenute eccessive e colpevolizzanti. Così, il governo ha aggiustato il tiro e ha fissato l'incontro di oggi con i sindacati dei benzinai per chiarire la situazione.

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